Nel 2019, l'aeroporto di Linate chiuderà per tre mesi. Ma che cosa succederà al traffico aereo e dove dovranno imbarcarsi i passeggeri?
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E’ recente notizia la chiusura dell’aeroporto Linate. Ma cosa succederà di preciso? Chiuderà definitivamente oppure no? E’ questo ciò che vogliono sapere i viaggiatori.
Non si tratta certo di una buona notizia, tuttavia si tratta di un qualcosa di obbligatorio.
L’aeroporto Linate chiuderà, ma soltanto per tre mesi esatti nel 2019. Purtroppo, la cattiva notizia sta nel fatto che chiuderà proprio nel periodo di punta del traffico aereo, ovvero il periodo estivo. La chiusura di Linate, infatti, sarà prevista dal 27 luglio al 27 ottobre del 2019.
Provocherà ovviamente disagi per i passeggeri e per i lavoratori. Per tre mesi, questi dovranno spostarsi al vicino aeroporto di Malpensa. Si conta che dovranno essere smistati circa trentamila voli, per un totale di due milioni di viaggiatori circa. Inizialmente, la Regione aveva pensato allo smistare il tutto verso l’aeroporto di Bergamo, Orio al Serio. Non solo, era stata presa in considerazione anche l’ipotesi Chiari.
La chiusura dell’aeroporto sarà dovuto al rifacimento della pista. Essa consiste in un intervento di restyling che riguarderà ben 2442 metri di superficie. Trenord e le aziende che gestiscono i numerosi pullman di collegamento dall’aeroporto di Malpensa dovranno quindi potenziare il servizio offerto e non di poco. Rimane, però, da risolvere il nodo cruciale che riguarda la stazione centrale – Cadorna. Sea, infatti, che gestisce i due hub milanesi, vorrebbe un treno che parte dalla stazione centrale ogni quarto d’ora. Trenord, invece, non è di questo avviso e vorrebbe continuare ad investire su Cadorna.
Nel frattempo, a Milano si continua incessantemente a lavorare per la realizzazione delle gallerie della M4, ovvero la metropolitana che effettuerà dei collegamenti diretti tra l’aeroporto di Linate e la stazione ferroviaria di San Cristoforo. La nuova metropolitana funzionerà per esteso soltanto, però, a partire dal 31 luglio del 2023. Purtroppo, si tratta di un ritardo di ben un anno e tre mesi rispetto alle prime previsioni che erano state fatte. La prima tappa della metropolitana, in ogni caso, sarà percorribile dalla fine di gennaio del 2021.
Ma cosa succederà, in sostanza, al traffico aereo? E’ chiaro che, quando chiude un aeroporto, anche se di modeste dimensioni, è sempre un caos. Figuriamoci se si parla di Linate, che è considerato uno dei più importanti aeroporti italiani, e figuriamoci se tutto ciò accade d’estate, dove oltre ai lavoratori ci saranno anche i vacanzieri che vorranno prendere aerei per destinazioni estive.
Starà alle compagnie cercare di collegare bene il tutto. Sia Easyjet che Air Italy, ad esempio, hanno annunciato che tutti i collegamenti verranno spostati a Malpensa, nel Terminal 2. Possibili, però, a questo punto, alcune cancellazioni da parte di Alitalia. Alitalia, infatti, a Linate ha una quota di mercato pari al 66%. Tra questo, rientra anche il collegamento con Fiumicino. Possibile, però, che alcune compagnie decidano di correre ai ripari, cercando di usare velivoli con un maggior numero di posti a disposizione. In ogni caso, si tratta di un qualcosa di non facile soluzione, come si può tranquillamente immaginare.
Ma, d’altra parte, il rinnovamento ci sta tutto. La sua costruzione, infatti, risale addirittura al 1933. Si tratta di una struttura molto datata, che ospita il quarto aeroporto italiano per importanza e il terzo della Lombardia per traffico di passeggeri. Inaugurato nell’ottobre del 1937, è stato completato con destinazione esclusivamente civile nell’anno successivo, nel 1938. E’ stato, poi, totalmente rinnovato nel 1960, anno in cui la pista è stata prolungata di molto, addirittura fino al limine del fiume Lambro. Anche in quel caso, i disagi non furono pochi. Si deve, infatti, considerare che l’estensione della pista causò l’interruzione della strada Paullese e l’isolamento della frazione di Linate da Peschiera Borromeo. Sarà dunque una prova impegnativa, ciò che dovrà affrontare la struttura lombarda nella metà del 2019.
Il rischio di disagi e di malcontento generale è senza dubbio alto. Se i comuni vicino Malpensa, da un lato, pensano già da tempo ad attuare soluzioni, dall’altro lato non hanno ancora risolto il problema relativo al rumore dei decolli, che sarà una questione spinosa. L’impatto sui servizi non sarà da meno: già trafficatissima proveniente dall’A8 la superstrada 336. E’ chiaro che, con questa manovra, lo potrebbe essere ancora di più. Stesso discorso varrà per il traffico ferroviario.
Si stima, ad esempio, che molti Malpensa Express avranno dei problemi, se si considera che già sono sovraffollati dai pendolari locali. Da considerare, poi, la questione della gestione dei parcheggi a lunga sosta, non di facile soluzione. Ci vorrà un po’ di pazienza, ma si spera che, dopo il caos iniziale, il tutto torni ad essere più o meno nella norma. I disagi ci saranno, ma saranno gestiti al meglio dalle compagnie e dall’aeroporto, con le sinergie degli enti locali che, ovviamente, faranno del loro meglio per coadiuvare la gestione della città in vista di questo scenario futuro.