Era il 20 marzo del 2020 e il mondo stava cominciando a conoscere la pandemia e i suoi effetti. Come forse qualcuno ricorderà, per tutelarsi, il governo australiano impose alcune delle restrizioni alle frontiere più dure del mondo.
Come viaggiare post-Covid in Australia: frontiere aperte
Nei 600 giorni circa che sono trascorsi da quella data, la maggior parte dei voli internazionali sono stati bloccati e i viaggi all’estero si sono ridotti. Per questo motivo numerosi australiani sono rimasti bloccati fuori dai confini nazionali senza poter rientrare in patria e, similmente, molti extracomunitari che vivono e/o lavorano sull’isola non hanno potuto ricongiungersi con i propri cari.
Ora tutto cambierà: è arrivata infatti la notizia che l’Australia riaprirà, entro la fine dell’anno, i suoi confini a lavoratori qualificati e studenti stranieri.
La decisione segue il buon andamento della campagna vaccinale poiché quasi l’80% degli adulti ha completato il suo ciclo.
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Si attendeva da tempo di conoscere quando sarebbe stato possibile tornare a volare in Australia e, finalmente, la notizia è arrivata. Ciò non significa comunque che sarà abbassata completamente la guardia agli aeroporti.
Il Ministero degli Interni e quello della Salute hanno infatti annunciato, contestualmente all’avviso della riapertura delle frontiere, quali saranno le nuove regole di transito presso gli scali del Paese.
Misure per i viaggiatori diretti in Australia nel post-Covid
Le modalità di quarantena per i viaggiatori che entreranno nel paese – dunque, anche tutti i turisti che attendono da 18 mesi di potersi recare sull’isola – non saranno decise dal governo, bensì dipenderanno dalle singole amministrazioni statali – l’Australia è una monarchia parlamentare federale, dipendente dalla corona britannica.
A Sydney la quarantena per i viaggiatori di ritorno è stata revocata, in seguito ai buoni risultati della campagna vaccinale. Lo stesso discorso vale per Melbourne, la seconda città isolana per popolazione. In altri stati australiani però, ove il tasso di vaccinazione resta più basso, è ancora obbligatorio portare avanti una quarantena lunga – e costosa – in hotel, per 14 giorni. Lo stato eremita, dunque, non esiste più. Nonostante ciò, c’è da scommettere che, di fatto, le località che richiedono ancora due settimane di quarantena continueranno a trovarsi nella situazione che hanno conosciuto dalla primavera 2020.
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