Batumi in Georgia: la statua che racconta l’amore di Ali e Nino

La statua, letteralmente in movimento, è composta da giganti di metallo che raccontano l'amore di Ali e Nino.

In pochi conoscono la storia Ali e Nino, due amanti sfortunati che hanno ispirato la colossale statua che si trova nella città di Batumi, sul mare, in Georgia. Scoprite tutto quello che c’è da sapere.

Statua di Ali e Nino a Batumi in Georgia: quello che c’è da sapere

La grande statua di Ali e Nino, a Batumi in riva sul mare in Georgia, fu raccontata per la prima volta nel romanzo austriaco del 1937. E’ una storia familiare di due amanti che finiscono in circostanze tragiche che li tengono separati, un po’ come Romeo e Giulietta.

Al contrario delle famiglie in guerra, nel caso di Ali e Nino, è stata la prima guerra mondiale a separarli.

Ali, un musulmano azero, si innamora della principessa georgiana, Nino, ma purtroppo, dopo che sono finalmente riusciti a stare insieme, la guerra colpisce casa e Ali viene ucciso. L’autore del romanzo è sconosciuto, ma è stato attribuito allo pseudonimo Kurban Said. Ma nonostante le origini sconosciute, il titolo è diventato un classico letterario nella zona ed è considerato il romanzo nazionale dell’Azerbaigian.

La statua di Ali e Nino

Fu questo famoso amore tragico e tormentato a ispirare l’artista georgiana Tamara Kvesitadze a creare la sua monumentale scultura in movimento nel 2010 a Batumi. La gigantesca opera d’arte in metallo, nota anche come “Statua dell’amore”, è composta da due figure trasparenti composte da segmenti sovrapposti.

Ogni giorno alle 19, le due figure scivolano l’una verso l’altra, per poi fondersi mentre i loro segmenti passano l’uno nell’altro, senza mai veramente connettersi, per significare tutta la tristezza e il tormento della reale storia dei due amanti.

La performance

L’intera performance automatizzata dura circa dieci minuti ed è spesso illuminata da colori vivaci e cangianti che conferiscono alle figure ancora più vita di quanto i loro spogli corpi metallici trasmettano solitamente.

Scritto da Chiara Sorice

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