La storia Muro di Berlino, dalla costruzione alla caduta. I luoghi da visitare per vedere le testimonianze che hanno caratterizzato questa vicenda
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Il Muro di Berlino è un luogo ed ha una storia che affascina i turisti che si recano nella capitale tedesca per trascorrere qualche giorno di vacanza. Ripercorriamo brevemente la sua storia, dalla sua costruzione fino alla caduta, inizio di una nuova era.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Berlino fu divisa in quattro settori, amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. La zona di pertinenza sovietica era la più estesa ed interessava il quadrante orientale della città.
I settori occupati da americani, inglesi e francesi erano invece collocati ad Ovest.
Lo schema richiama in piccolo quello adottato per tutta la Germania. Ad est, la Repubblica Democratica Tedesca (DDR), sotto l’influenza sovietica. Ad ovest, la Repubblica Federale Tedesca, legata alle sorti del mondo occidentale. Lo status particolare di Berlino si deve alla sua importanza storica e strategica. Pur appartenendo geograficamente alla Germania dell’Est, non fu perciò lasciata totalmente ai russi: di fatto, Berlino Ovest si conformò come una sorta di enclave occidentale all’interno del blocco sovietico.
Nonostante la divisione in più settori, inizialmente in città si poteva girare liberamente. Fu lo sviluppo della Guerra Fredda tra mondo occidentale e mondo sovietico a creare le condizioni di una divisione più radicale. L’attrazione che il mondo occidentale esercitava presso i cittadini della Germania Est trovava in Berlino Ovest uno sbocco possibile di passaggio. Tra il 1949 e il 1961, ben 2 milioni e mezzo di tedeschi dell’Est riuscirono a passare ad Ovest. La notte tra il 12 e 13 agosto 1961, la DDR mise fine a questo vasto flusso migratorio, mettendo in atto la costruzione di un muro divisorio tra i 2 settori della città.
Nei primissimi giorni era fatto di solo filo spinato. Ben presto cominciò però l’installazione di elementi prefabbricati in pietra e cemento, che andarono a costituire la prima stesura del celebre muro. Si trattava di una cinta muraria estesa per 155 chilometri, che circondava tutta la zona ovest della città. Dall’oggi al domani, amici, parenti e anche famiglie intere furono separate, con pochissime possibilità di ricongiungimenti. Unico punto di passaggio possibile, utilizzabile però da un numero limitato di persone era il Check Point Charlie, passato alla storia anche perché al centro di avvincenti storie di spionaggio, raccontate in molti film di successo.
Negli anni successivi, il muro è stato più volte oggetto di modifiche e ricostruzioni. Nel 1962, fu costruito un secondo muro parallelo, disposto all’interno della frontiera. Ciò ha reso ancora più difficoltoso ogni eventuale tentativo di fuga. La zona che intercorreva tra le due edificazioni, è stata significativamente detta “striscia della morte”. Lungo questo lembo di terra, largo solo qualche decina di metri, i militari di frontiera della DDR hanno colpito a morte centinaia di persone, rendendo vani quasi tutti i tentativi di superamento del muro.
Nel 1965, il muro viene completamente ristrutturato, utilizzando una combinazione di cemento armato ed acciaio. Un ulteriore intervento venne effettuato nel 1975 con la costruzione del “muro di quarta generazione”, realizzato in cemento armato rinforzato. Il muro raggiunse, in quest’occasione, un’altezza pari a 3,6 metri, dotandosi di nuovi e temibili sistemi di fortificazione.
Nella “striscia della morte”, furono infatti introdotte nuove recinzioni, più di 100 km di fossato anticarro, numerose torrette di guardia presenziati da cecchini armati, una serie di bunker e una strada per il pattugliamento completamente illuminata che scorreva attraverso tutta la cinta muraria.
Il 9 novembre 1989 è il giorno della storica caduta del muro. L’evento avvenne pochi giorni dopo le dimissioni di Erich Honecker, a capo del governo della Repubblica Democratica Tedesca dal 1971. Honecker aveva rappresentato nel Paese l’ultimo baluardo contro il processo riformista della Perestrojka, disegnato dal leader russo Michail Gorbaciov. Caduto lui, crollò anche il muro.
Una grande massa di persone si recò presso il muro con l’intenzione di varcarlo. Le guardie di frontiera si trovarono così costrette ad assecondare quella grande folla che finalmente poteva fare il suo ingresso nell’altra parte della città. Ben presto molti cittadini berlinesi provvidero ad abbattere definitivamente il muro. Non passò neanche un anno da quello storico giorno, che il 3 novembre la Germania fu di nuovo unita.
I berlinesi che demolirono il muro sono stati chiamati “Mauerspechte” che significa “picchi del muro”. Durante il periodo di smantellamento, si è diffusa la moda di vendere frammenti del muro come souvenir della città. Ancora oggi, questi oggetti risultano al secondo posto della lista dei souvenir più venduti a Berlino, subito dopo le immancabili calamite per il frigorifero. Ma saranno tutti pezzi del muro originale o solo dei rifacimenti? Per essere sicuri di entrare in contatto con pezzi di muro davvero originali, conviene recarsi presso i pochi luoghi della città che ancora ne conservano qualche resto.
Nei pressi dell’Obernaumbrücke, c’è un tratto di più di 1 km di muro ribattezzato East Side Gallery, per via della presenza di numerosi graffiti. Un altro pezzo dello storico muro, si conserva a Bernauer Strasse, nella zona Nord della città. Passeggiando per Zimmerstrasse, oltre a scorgere un tratto rimasto in piedi lungo 80 metri, si possono raggiungere con facilità e pochissimo tempo altri luoghi simbolo legati alla storia del muro, il Check Point Charlie e Postdamer Platz.