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Una delle località più incantevoli dei Castelli Romani è indubbiamente Nemi, paese delle fragole e delle navi romane di 2000 anni fa, situato su uno sperone a strapiombo sul lago omonimo. Trovate infatti sia il borgo che il lago! Scopri cosa vedere.
Borgo e Lago di Nemi: cosa vedere?
Borgo di Nemi
Nemi, tra i borghi più affascinanti d’Italia e dei Castelli Romani, merita una visita a partire proprio dal borgo. La parola latina per bosco è “nemus”, ciò che spiega benissimo il nome e la sua antichità immersa nel verde. Molto più recente è il riconoscimento del paese come Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, secondo i rigidi requisiti di qualità ambientale e turistica.
Nel centro storico da vedere il Castello, simbolo della cittadina con l’originaria torre cilindrica e il Palazzo baronale, abitato dalle famiglie Briaschi e Ruspoli. Alle imbarcazioni è dedicato il Museo storico-archeologico delle navi romane: purtroppo delle due navi originarie appartenute a Caligola e recuperate dalle acque del lago tra il 1929 e 1931, non rimane quasi nulla.
Il luogo però merita una visita anche solo per l’edificio, di interesse architettonico, con una panoramica terrazza dove poter godere della vista del lago.
Intorno all’abitato, poi, scavi archeologici hanno permesso di ritrovare un complesso di edifici di pregio di tardo repubblicano, che potrebbe essere stato la residenza di Cesare.
Nemi è però principalmente nota come cittadina delle fragole, protagoniste la prima domenica di giugno di una sagra a loro dedicata, durante la quale le donne indossano i costumi tradizionali e con celebrazioni che culminano con fuochi d’artificio sul lago. Il frutto si utilizza davvero in ogni modo, da quelli più tradizionali a quelli più insoliti, come l’utilizzo per insaporire i salumi locali.
Lago di Nemi
A Nemi la principale attrattiva turistica, oltre il borgo stesso, è costituita dal Lago omonimo e dalla vegetazione, dove si scende per un sentiero oppure per la Via del Tempio di Diana. Una volta in basso, si può passeggiare lungo tutto il periplo dell’acqua per una lunghezza complessiva di circa sei chilometri. E poi l’omaggio al Museo delle Navi romane.
Il capannone degli anni ’30 del Novecento dove si visitano i modelli delle due navi assieme e ritrovamenti archeologici. La prima è che si tratta del primo caso italiano di edificio museale costruito ex novo per ospitare un contenuto e non viceversa, e la seconda che il contenuto perpetua la memoria di qualcosa di veramente unico.
Già dal ’400 si sapeva che in fondo al lago giacevano gli scafi di due gigantesche imbarcazioni dell’età di Roma antica: il grande architetto e teorico rinascimentale Leon Battista Alberti le aveva individuate.
Si trattava di due ornatissimi scafi-palazzo dove l’imperatore Caligola teneva feste o forse celebrazioni del culto di Diana alla quale il Lago era sacro. Recuperarle circa un secolo fa si è purtroppo dimostrato inutile poiché nel 1944 i due scafi bruciarono completamente, forse per l’incuria o per la volontà delle truppe tedesche occupanti. Nonostante tutto, il Museo è comunque estremamente evocativo e profondamente simbolico.