La storia dell'attività eruttiva dei Campi Flegrei, nel golfo di Pozzuoli.
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La Campania è nota per i suoi vulcani, come la storia eruttiva dei Campi Flegrei che un tempo erano un supervulcano molto attivo. Non stupisce, infatti, che il nome derivi dal greco flègo, ossia “ardo” o “brucio”.
Ma vediamo qual è la situazione attuale e la storia delle eruzioni.
I Campi Flegrei rappresentano una vasta area del Golfo di Pozzuoli, in Campania, a ovest della città metropolitana di Napoli.
Oggi è una zona piuttosto tranquilla, ma nasconde un passato molto vivace. Infatti, anticamente era considerato un supervulcano.
Tutta l’area è una grande caldera in stato di quiescenza, con un diametro di 12–15 chilometri. L’area è delimitata dalla collina di Posillipo, dalla collina dei Camaldoli, dai rilievi settentrionali del cratere di Quarto, la collina di Sanseverino, l’acropoli di Cuma, e dal Monte di Procida.
Nel circuito si contano numerosi crateri e piccoli edifici vulcanici, alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive o idrotermali.
La storia geologica dei Campi Flegrei è stata dominata da due grandi eruzioni. La prima è l’eruzione dell’Ignimbrite Campana, avvenuta 39.000 anni fa, mentre la seconda è l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano, avvenuta 15.000 anni fa.
Le attività più recenti risalgono a 15.000 anni fa, con le eruzioni del Tufo Giallo Napoletano. La sua intensa attività si è concentrata in tre epoche, alternate a periodi di quiescenza.
Secondo gli studi più recenti nella prima epoca, tra 15.000 e 9.500 anni fa, hanno avuto luogo 34 eruzioni esplosive, con una media di una eruzione ogni 70 anni. Nella seconda epoca, invece, tra 8.600 e 8.200 anni fa, si sono verificate 6 eruzioni esplosive, con una media di una eruzione ogni 65 anni.
Infine, nella terza epoca, tra 4.800 e 3.800 anni fa, è stata caratterizzata da 16 eruzioni esplosive e 4 eruzioni effusive.
Il vulcanismo di questo periodo ha, poi, generato numerosi edifici vulcanici, molti dei quali ancora ben conservati ed esposti nei Campi Flegrei. L’ultima eruzione è stata quella del Monte Nuovo nel 1538 dopo un periodo di quiescenza durato circa 3.000 anni Quella fu una tra le eruzioni di minore intensità avvenute ai Campi Flegrei.
Oggi l’area flegrea è famosa per la sua attività fumarolica, accompagnata da attività sismica, e del fenomeno del bradisismo. Questo genera il periodico lento sollevamento e abbassamento del suolo.
Le ultime crisi bradisismiche si sono avute nel 1969-1972 e nel 1982-1984 con un notevole sollevamento del suolo e centinaia di terremoti. Questi hanno portato all’allontanamento della popolazione del Rione Terra di Pozzuoli.
La storia eruttiva rendono i Campi Flegrei una delle aree vulcaniche a più alto rischio al mondo.