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Il Capodanno ebraico è una festività molto importante nella tradizione ebraica, e la sua data varia ogni anno, infatti per il 2020 si festeggia il 19 settembre. Ma quali sono gli usi e le tradizioni legate all’importante evento? Tutte le curiosità e la storia sul Rosh haShana.
Capodanno ebraico 2020
Il calendario ebraico è definito come calendario lunisolare. Calcola, perciò, i giorni e i mesi in modo diverso rispetto al calendario gregoriano. Proprio per questo il Capodanno Ebraico cade in giorni e periodi diversi rispetto a quello “occidentale”
Il Capodanno ebraico, meglio noto come Rosh haShana, è uno dei tre capodanno previsti nel calendario ebraico.
Nella Torah vi si fa riferimento definendolo “il giorno del suono dello Shofar” . La letteratura rabbinica e la liturgia descrivono Rosh haShana come il “Giorno del giudizio” ed il “Giorno del ricordo“.
Questo è la più importante delle tre festività, proprio perché da questo viene effettuato il calcolo degli anni e delle festività, come l’Anno Sabbatico ed il Giubileo.
In genere, la festività cade intorno ai mesi di settembre e ottobre, ovvero il primo giorno del mese di Tishrì. Una volta conclusi i festeggiamenti, iniziano i 10 giorni di penitenza nel quale i fedeli chiedono perdono a Dio per i peccati commessi durante l’anno.
I 10 giorni terminano con lo Yom Kippur, il giorno che segna l’espiazione finale dei peccati.
Date del Capodanno
Quello che si festeggia quest’anno è il capodanno 5781. Il Rosh haShanah cade 162 giorni dopo il primo dei giorni di Pesach. Nel calendario gregoriano non può cadere prima del 5 settembre. Inoltre, a causa della differenza tra il calendario ebraico e quello gregoriano, dal 2089 di quest’ultimo, Rosh haShana non potrà più cadere prima del 6 settembre.
Per il 2020, il Rosh haShana cadrà il 18 settembre e finirà il 20 settembre. Infatti, la festa dura due giorni.
La tradizione
Secondo la tradizione, i festeggiamenti del Rosh haShana sono caratterizzati dal suono della shofar, il piccolo corno tipico degli usi ebraici. In alcune comunità viene suonato tutte le mattine del mese di Elul, l’ultimo prima del nuovo anno. Il significato di questa usanza è quello di risvegliare il popolo ebraico dal torpore e ricordargli che sta per avvicinarsi il giorno in cui verrà giudicato con Yom Kippur. Nei giorni precedenti, vengono recitate le selichot, o preghiere penitenziali.
A seconda della tradizione delle varie correnti, la recitazione delle selichot inizia in momenti diversi, dai 30 ai 10 giorni prima della festività di Rosh haShana. Queste composizioni poetiche sono molto importanti e alcune di queste, chiamate piutim, sono inserite all’interno della normale liturgia. Nel pomeriggio che precede l’inizio della festività si usa fare il tashlikh, un lancio di oggetti su uno specchio d’acqua per liberarsi di ogni residuo di peccato.
La cena della prima sera di Rosh haShana è detta Ser di Rosh haShanà. Durante la cena, assieme alla recitazione di piccole formule di preghiera, si usa consumare sia qualcosa di dolce, come mela intinta nel miele, sia cibi che diano l’idea di molteplicità, come il melograno, per augurarsi un anno dolce e prospero.
Tra i vari piatti che si servono durante questa cena non può mancare qualche parte di animale che faccia parte della testa, a simboleggiare il capo dell’anno. Solitamente viene portata in tavola anche una forma di pane, la challa, tonda, a simboleggiare la circolarità dell’anno.
Nel pasto della seconda sera, col secondo Seder come il primo, vengono servite più varietà possibili di frutta, perché vengano incluse nella benedizione di shehecheyanu. Si tratta della benedizione che si recita la prima volta che si assaggia qualcosa nell’anno.