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In Italia e nei paesi che seguono il calendario gregoriano si sono appena smontati addobbi e luminarie e altrove… è di nuovo subito capodanno! E’ il capodanno ortodosso 2020, che si celebra nella notte fra il 13 e il 14 gennaio tra le popolazioni che seguono le data del calendario giuliano, ovvero il primo che la storia abbia mai ufficializzato, quello introdotto nel 46 avanti Cristo niente meno che da Giulio Cesare.
Capodanno ortodosso 2020: chi lo festeggia
Russia, Serbia, Georgia, Macedonia e Ucraina ma anche Gerusalemme hanno mantenuto il calendario giuliano anche dopo che Papa Gregorio, nel 1582 e per superare discrepanze tra date ed orari dell’equinozio di primavera, creò per decreto una sorta di vortice temporale ‘aspirando’, di fatto, i giorni di ottobre compresi tra il 4 e il 15. La maggior parte del pianeta si uniformò a questo tempo convenzionale.
Non così molti paesi dell’Est in cui la Chiesa Ortodossa raccoglie la maggioranza dei fedeli, ed ecco il perché di questo slittamento nei festeggiamenti per il nuovo anno. Ma come si accoglie, il capodanno ortodosso? Dipende.
Russia
In generale, i festeggiamenti per il capodanno ortodosso in Russia sono meno vistosi che ad altre latitudini, complice il fatto che qui la ricorrenza non è neppure festa nazionale da che, nel 1918, il paese si è allineato al calendario gregoriano.
La festa (chiamata anche Vecchio Anno Nuovo o Stary Novy God) viene però onorata per tradizione e nostalgia, e la declinazione è di stampo intimista e familiare.
L’addio al vecchio anno si consuma in un cenone domestico, preludio alla celebrazione di mezzanotte nella chiesa o nel tempio più vicini da cui – a fine rito – le campane levano i loro rintocchi beneauguranti per l’anno futuro. L’occasione, di solito, è percepita più come di raccoglimento che di esuberanza malgrado l’allegra condivisione di pietanze e riflessioni. Tra i piatti della tradizione ce n’è uno celebre anche sulle tavole italiane, ovvero l’insalata di Olivier: è l’insalata russa.
Serbia in piazza ‘alla gregoriana’
Più simili a quelli del capodanno gregoriano sono invece i festeggiamenti del capodanno ortodosso in Serbia: qui Belgrado e le altre principali città ospitano giochi pirotecnici, musica e spettacoli in piazza nella notte fra 13 e 14 gennaio, data di festa nazionale secondo una scansione temporale molto simile a quella italiana e gregoriana, appunto. Il raduno familiare è quindi per lo più concentrato nella giornata del 14, tra pranzi con le pietanze della tradizione tra cui il maialino arrosto, e poi canti e racconti davanti al focolare che si alternano ai raduni techno e alle passeggiate attraverso i mercatini di oggettistica tradizionale.
Macedonia il capodanno di comunità
La Macedonia sta nel mezzo, per un capodanno a misura di comunità locale, oltre che di famiglia. Non c’è città o centro abitato che non abbia il proprio falò attorno a cui la popolazione si raduna a festeggiare con canti e balli, condividendo cibi e brindisi in una notte gioiosa e collettiva.
Il piatto della tradizione è la pita, rigorosamente fatta in casa poiché quella del capodanno ortodosso nell’impasto nasconde una moneta. Colui tra i commensali che riesce a trovarla è destinato a un anno di grandi fortune.
Ucraina capodanno ‘vecchio’
In Ucraina il capodanno ortodosso è senza dubbio la festa più attesa dell’anno e fa anche bis: sì perché qui si festeggiano anche il Natale e il capodanno previsti dal calendario gregoriano. Quello del 14 gennaio è detto Capodanno Vecchio, e la sera che lo precede è chiamata generosa così come generosi e all’insegna della prosperità e del benessere sono gli auspici contenuti nelle canzoni tradizionali, le shcedrivka le cui origini si dice affondino in epoca precristiana.
Tutti i festeggiamenti per il capodanno ortodosso in Ucraina guardano al futuro, tanto che nella tarda serata le ragazze di casa si cimentano in predizioni per i mesi a venire, mentre i ragazzi all’alba salutano il nuovo anno seminando il grano – ancora una volta simbolo di abbondanza – presso i terreni di parenti e amici di famiglia.