Carnevale sardo 2020: la storia e gli eventi più tradizionali della Sardegna.
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Scopri gli eventi più belli e imperdibili del carnevale sardo 2020, feste pieni di carri allegorici, musiche e tanto divertimento.
Una delle regioni d’Italia in cui il Carnevale è molto sentito è proprio l’isola sarda. Qui, infatti, sono tante le feste organizzate e che attirano ogni anno migliaia di visitatori da tutto il Paese.
Nel periodo di Carnevale la Sardegna si si tinge dei del bianco e del nero, che prende dal rito arcaico e misterioso del Carnevale Sardo. Il Carnevale si festeggia in tutte le zone, i paesi e le città, ognuno con le sue caratteristiche.
Un mix di folklore e di tradizione che incanta e incuriosisce da secoli.
Nell’isola della Sardegna il Carnevale inizia con la festa dei fuochi di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio, e si conclude il giorno del mercoledì delle Ceneri.
Infatti, il frate, secondo la leggenda, rubò il fuoco del diavolo negli Inferi per donarlo agli uomini. I fuochi che divampano nell’isola il 17 gennaio ricordano proprio queste fiamme ed il Carnevale si apre proprio con l’accensione dei falò.
Il Carnevale di Mamoiada, in Barbagia, inizia il 17 gennaio con il fuoco sacro acceso fuori alla chiesa principale del paese.
Dal fuoco sacro vengono accesi falò dei diversi rioni, intorno ai quali ci si raccoglie per due notti di musica e balli tradizionali.
Il martedì grasso giungono per le strade di Mamoiada Mamuthones e Issohadores con una processione solenne. I primi camminano lenti e curvi sotto il peso dei tanti campanacci che fanno suonare con un colpo della spalla ad intervalli regolari. Gli Issohadores rispondono gettando il laccio per catturare i prigionieri scelti tra la folla.
La festa procede per 3 giorni. I festeggiamenti sono, inoltre, accompagnati dalla distribuzione di fave con lardo, zeppole e abbondante vino.
Le maschere del Carnevale in Sardegna sono molto particolari con il loro aspetto quasi mostruoso e grottesco. Queste sono, infatti, ricoperte di pelli animali e campanacci con l’obbiettivo di allontanare il male e proteggere le comunità. Le loro apparizioni in gruppo ricordano, inoltre, le processioni per l’andatura solenne e il passo cadenzato.
Su Battileddu, è la maschera tipica del Carnevale di Lula e rappresenta una delle maschere più agghiaccianti di tutto il carnevale sardo per il suo aspetto. Infatti, presenta sul capo due corna fra le quali viene fissato uno stomaco di capra. Sulla pancia, invece, sotto i campanacci, uno stomaco di bue riempito di sangue, che viene bucato di tanto in tanto.
Le maschere tradizionali del Carnevale di Austis, Sos Colonganos, hanno lo stile delle altre maschere della barbagia, e presentano una caratteristica che li rende unici.
Infatti, invece dei tradizionali campanacci di ferro, portano sulle spalle le ossa degli animali, che ad ogni movimento producono suono sordo e cupo.
Si pensa che in passato anche le altre maschere sarde portassero sulle spalle le ossa degli animali al posto dei moderni campanacci.
S’Urthu e sos Buttudos sono, invece, le maschere tradizionali di Fonni, nella provincia di Nuoro.
S’Urthu, è vestito di pelli nere o bianche, di montone o di caprone, e viene tenuto alla catena da sos Buttudos, uomini incappucciati vestiti di nero, con dei campanacci sulle spalle.
Le due maschere compaiono alla festa di Sant’Antonio, inscenando la classica lotta tra bene e male, tra l’uomo e l’animale.