Le cascate di Como, note con il nome di Orrido di Bellano, si presentano all’occhio di chi le ammira come uno straordinario spettacolo naturale. Un quadro di una bellezza mozzafiato per un paesaggio che è restato invariato nei secoli. Molto amato da Leonardo da Vinci, che rimasto affascinato dal suo gorgo rombante, descrive l’Orrido esattamente come lo vediamo oggi.
Conosciuto fin dall’antichità, l’Orrido di Bellano è una delle attrazioni più importanti del Lago di Como.
Cascate Como, come nascono
Le cascate di Como si formano dal torrente che nasce alle pendici della Grigna, il Pioverna. Questo corso d’acqua, dopo aver attraversato la Valassina e dopo aver percorso un canyon stretto e lungo, si getta nel lago di Como.
Fra salti, gole, pozze e cascate, l’acqua dà vita un paesaggio di grande fascino, che, grazie a un percorso creato sulla roccia, è ammirabile da numerose angolazioni.
Luogo perfetto per trascorrere un weekend diverso e lontano dal ritmo cittadino, quello alla scoperta dell’Orrido di Bellano è un viaggio ideale in periodi di afa e grande calura. Di fatto, una gita in questo angolo di paradiso sarà tour rinfrescante, perché si sa, la grande forza dell’acqua è in grado di rigenerare il corpo e la mente.
Non è tutto. Le cascate di Como sono un luogo misterioso legato a diverse leggende.
Di fatto si racconta che nel ventre profondo dell’Orrido si nasconda un immenso tesoro.
Una meta naturalistica da scoprire
Le cascate di Como sono una meta naturalistica molto quotata dove ristoranti tipici, agriturismo, hotel e B&B fanno sentire il visitatore come a casa propria.
Questa straordinaria gola naturale fra Taceno e Bellano, formatasi per erosione nel corso dei secoli, è stata in grado di modellare le rocce con grande maestria. Il risultato è un ambiente ornato da gigantesche marmitte e favolose spelonche.
Un vero e proprio luogo da sogno, dove è possibile camminare dentro una profonda gola. L’incantevole percorso è fatto di caratteristiche passerelle ancorate alla roccia in meandri tonanti che si affacciano sopra vertiginosi strapiombi.
Uno spazio paesistico talmente bello, che è stato fonte di grande ispirazione per tantissimi scrittori. Il tracciato per giungere all’Orrido si snoda tra anfratti oscuri, una ricca vegetazione e una magnifica cascata. Ecco, dunque che l’Orrido di Bellano, dalla sua passerella regala al visitatore uno spettacolo unico e davvero stupefacente.
Il suo ingresso venne costruito intorno al 1750 e si caratterizza per l’ampia scalinata realizzata in marmo rosa e per le cancellate in stile Liberty. Queste ultime sono state aggiunte in un periodo successivo.
Ancor prima che lo sguardo retinico venga catturato dalla loro bellezza, ad essere acchiappato dalle cascate, grazie al rumore dell’acqua, è l’udito. Quelle dell’Orrido sono acque che scorrono a poco più di cinquanta metri di altezza. Non a caso si racconta che il loro rumore sonoro e tonante incute quasi paura.
L’Orrido di Bellano ha fatto parlare di sè fin dall’antichità, ma la sua grande fama raggiunge l’apice solamente nel 1700 con i componimenti poetici del poeta bellanese Sigismondo Boldoni, profondamente incantato da quello che esso stesso definisce un Orrore di un’orrenda orrendezza.
Custode dell’Orrido, sopra una roccia del fiume Pioverna, quella che in lombardo viene chiama Cà del diavol, è la Casa del diavolo, uno strano edificio, di cui non si conosce né l’origine né la funzione. Il suo nome probabilmente è legato a personaggi mitologici che ornano la facciata dell’ultimo piano dell’edificio, fra questi c’è l’immagine di un satiro,
Si narra che al suo interno si tenessero festini licenziosi con annessi rituali satanici.
La torre, a forma di esagono irregolare, è costruita su quattro piani, presenta alcune finestre protette da ringhiera e una scala a chiocciola interna, che ha la funzione di collegare i piani fra loro.
Tra le narrazioni popolari legate a questo luogo carico di mistero, quella che va per la maggiore è la leggenda che ruota intorno alla figura di un ardito guerriero di nome Taino, il quale durante l’intero corso della sua esistenza, per mezzo dei furti e dei saccheggi messi in pratica, accumulò incommensurabili ricchezze.