Il castello di Malpaga, situato alle porte di Bergamo, custodisce affreschi meravigliosi che ne rappresentano il vero tesoro. Dall’aspetto imponente e minaccioso, il castello è una delle tappe più interessanti da scoprire nel nord Italia. Scopriamo, quindi, la storia e le bellezze da vedere tra le sue possenti mura.
Castello di Malpaga e i suoi affreschi
Il maestoso castello di Malpaga, situato nel territorio di Cavernago, un piccolo comune alle porte di Bergamo, rappresenta uno degli esempi più affascinanti di rocca fortificata. Infatti, con il suo aspetto imponente e minaccioso, in passato fu il centro del Principato di fatto che Bartolomeo Colleoni, capitano generale di Venezia, si era costruito.
Nel 1456, Bartolomeo Colleoni acquistò dal Comune di Bergamo il castello diroccato di Malpaga con l’intenzione di farne la propria residenza e il centro del suo dominio.
Decise, quindi, di ristrutturarlo e trasformò il castello fino a renderlo una inespugnabile fortezza, campo di alloggiamento per i suoi soldati e magnifica residenza.
Divenne, quindi, una corte principesca, testimonianza di un successo socio-militare, oltre che centro politico, ma anche un buon ritiro per gli anni del tramonto.
Inoltre, come tutti i principi rinascimentali, il Colleoni voleva affermare e manifestare il prestigio raggiunto e il potere conquistato. Ciò si manifestava con opere visibili che dessero memoria della grandezza raggiunta, attraverso un mecenatismo che ne certificasse la sensibilità alla cultura, al bello, all’arte.
Il vero tesoro del castello si trovano tra le pareti, quasi interamente affrescate. Infatti, queste costituiscono non solo una viva e bellissima testimonianza artistica ma anche una testimonianza degli usi e del modus vivendi dell’epoca.
Ad esempio, nel salone dei banchetti vi sono numerosi affreschi, alcuni dei quali ormai deteriorati dal tempo, ma ancora ampiamente leggibili. Tra questi troviamo opere che celebrano la visita del re Cristiano I di Danimarca, illustrando il corteo regale, l’ospitalità del Colleoni, i banchetti, i tornei e le scene di caccia. Questi affreschi sono stati commissionati dagli eredi a esaltazione della casata, e sono attribuiti al Romanino.
Nel cortile interno, invece, troviamo la battaglia della Riccardina, un affresco ormai deteriorato ma che rappresenta con naturale e vivo realismo la scena bellica.
All’interno delle stanze al piano superiore, tra le pareti sono rappresentate delle allegorie che testimoniano una certa sensibilità del condottiero che voleva dare di sé anche un’immagine di umanità, in contrasto con la sua fama di rude guerriero. Molto importante è l’allegoria del silenzio raffigurata nelle forme di un vecchio che fa il segno del silenzio o del segreto, che tutti al castello erano tenuti a osservare.
Infine, splendidi capolavori si trovano nella camera da letto, la stanza privata di Colleoni. Qui si nota subito l’assenza del caminetto, per ragioni di sicurezza. Poi, il protagonista diventa un piccolo affresco sacro quattrocentesco, che la tradizione vuole particolarmente amato dal Colleoni.