Visita al castello di Torremuzza, vicino Bronte, in Sicilia, tra le rovine dell'antico maniero, un'esperienza incredibile nella storia del castello.
Un sito suggestivo che testimonia una storia importante è il Castello di Torremuzza, nelle vicinanze di Bronte. Un maniero affascinante che riporta le cicatrici e i segni dell’abbandono, ma che regala esperienze incredibili in uno dei luoghi più interessanti della Sicilia.
Il castello, detto di “Torremuzza”, deve il suo nome alla torre originaria, di probabile epoca bizantina o araba, spaccata in due da un fulmine, e quel che oggi resta, è una metà di essa. La rocca, risalente intorno al IX secolo, è uno dei tesori compresi tra Bronte e Troina, testimone di una storia lunga secoli.
Infatti, durante il periodo normanno-svevo-aragonese, attorno alla torre si costruì una prima cinta muraria, dotata di merlatura e caditoie. In quell’epoca la torre faceva parte di una catena di torri e fortificazioni interne della Sicilia che servivano per la trasmissione delle notizie mediante segnalazioni ottiche o con fuochi. Il castello di Torremuzza fu una fortezza inaccessibile, ed era posizionato in un sito strategico accessibile da un solo lato. Infatti, i ripidi pendii lo proteggevano da tutti gli altri lati.
Le prime testimonianze dell’esistenza del castello risalgono al 1139. Tuttavia, il luogo sembrerebbe frequentato fin da epoca remota. Pare, infatti, che siano stati rinvenuti in zona persino deposizioni funerarie e sarcofagi databili intorno al III sec. a.C..
Nel 1535 il casale di Cattaino, che si era formato attorno al castello, venne abbandonato da i suoi abitanti che per volere dell’imperatore Carlo V dovettero unirsi agli abitanti degli altri casali a formare un unico paese: Bronte. Durante il periodo Borbonico il castello di Torremuzza continuò ad essere in uso in qualità di carcere forse fino ai moti rivoluzionari legati all’unità d’Italia. In seguito venne abbandonato.
Ad oggi, infatti, del castello restano solo pochi ruderi, anche se la struttura principale è ancora ben visibile.
Il castello è di difficile accesso, in quanto la macchina dovrebbe rimanere lungo la strada ss120 venendo da Randazzo o la sp165 venendo da Bronte. Da qui, infatti, bisogna proseguire a piedi per circa un’ora e mezza.
Tuttavia, per chi è in possesso di un fuoristrada può tentare di proseguire lungo le strade rurali e arrivare a qualche centinaio di metri dal castello.
Al momento il castello è chiuso per pericolo crolli, ma in genere la visita è gratuita e libera. Infatti, non vi è alcuna recinzione. Tuttavia è vivamente consigliato prestare grande attenzione durante la visita per il pericolo di crolli.