Sebbene la rinomata University of Chicago domini il paesaggio fisico di Hyde Park, il quartiere è un luogo a sé stante, un polo culturale la cui offerta va ben oltre il suo ancoraggio accademico. Si tratta di un quartiere con una propria società storica, per non parlare di eventi di spicco come il Chosen Few DJs Picnic, il Sound System Block Party (alias The Silver Room Block Party) e l’Hyde Park Jazz Festival, che ogni anno attirano folle da tutta la città.
Al di là di questi eventi di richiamo, però, ci sono molti motivi per visitarlo anche in altri momenti.
Cosa fare a Hyde Park
Immerso negli spazi selvaggi tra South Lake Shore Drive e Cottage Grove, il Garden of the Phoenix è un’improbabile isola di tranquillità a Jackson Park. Koi che nuotano sotto il riflesso di lanterne di pietra, una pagoda di legno all’aperto e un albero così vecchio da essere reclinato.
La passerella ad arco e i sentieri di ciottoli che serpeggiano invitano gli spettatori a considerare ogni elemento del giardino, donato dal governo giapponese per l’Esposizione Universale Colombiana. Ogni aprile o maggio, dal 1893, gli alberi di ciliegio fioriscono, rivaleggiando in colore con i petali di loto in acciaio di dodici piedi che emergono da Skygazer (2016). Quest’ultima è una scultura di Yoko Ono che si erge dal terreno appena fuori dalla recinzione del giardino.
Il Museum of Science and Industry, che ospita il più grande centro scientifico dell’emisfero occidentale, è uno dei pochi edifici rimasti dell’Esposizione Universale del 1893. È un vero e proprio tempio della scienza, che esplora le curiosità del nostro bambino interiore sul funzionamento delle cose. Per prendere una boccata d’aria fresca, camminate verso il lato sud dell’edificio, oltre le cariatidi, e trovate la laguna; oppure camminate verso nord-est, dove un sentiero sotto la US-41 conduce al lago Michigan.
Incubatore di giovani artisti emergenti di Chicago, gli spazi espositivi dell’Hyde Park Art Center, la solida programmazione artistica e i corsi di studio offrono ad artisti e visitatori spazi riflessivi da esplorare. Fedele alle sue radici ottantennali e privo dell’aria rarefatta delle gallerie d’arte, qui non si risparmia spazio sui muri; persino gli esterni vantano fioriture di pasta di grano, murales e spesso gessetti sul marciapiede. Il 22 febbraio il Centro ha riaperto al pubblico con orari speciali per i gruppi ad alto rischio sanitario.
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