A Firenze da non perdere sono le tante chiese che costellano la città, dei veri e propri musei con opere d'arte formidabili. Scopriamo le più belle.
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Firenze è una delle città italiane più visitate, non a caso: infatti il suo passato come centro artistico, specialmente durante il Rinascimento, ha fatto della città un museo a cielo aperto, tutto da visitare.
A Firenze da non perdere sono le tante chiese che costellano la città: infatti qui l’arte ha gravitato moltissimo attorno alla figura della chiesa cattolica, come in tutt’Italia.
Gli edifici religiosi sono quindi dei veri e propri capolavori artistici, che racchiudono opere di grande valore molto spesso.
Si tratta del Duomo della città, che venne progettata a partire dal 1296, da importanti nomi, ovvero da Arnolfo di Cambio e Giotto.
La cattedrale è composta da tre ampie navate che terminano sotto una cupola ottagonale, nella tipica bicromia fiorentina del marmo bianco e verde.
Iconica è certamente la Cupola di Filippo Brunelleschi, che svetta imponente su tutta la città: con il suo diametro di 45,5 metri e un’altezza totale di più di 116 metri, è la più grande volta in muratura del mondo.
Anche l’interno della cupola è mozzafiato e preziosissimo: infatti è decorata con il ciclo di affreschi del Vasari che raccontano per immagini il Giudizio Universale.
La costruzione di questa chiesa cominciò nel 1276/77, e venne poi terminata 100 anni dopo, con l’arrivo di Leon Battista Alberti.
La parte superiore fu completata nel 1470, da Leon Battista Alberti, con le sue particolari decorazioni geometriche che rappresentano l’emblema di una vela al vento, simbolo della famiglia di ricchi mercanti Rucellai.
L’interno è un tripudio di opere di nomi fondamentali per la storia dell’arte italiana: opere del Ghirlandaio, Filippino Lippi e Andrea Orcagna, il grande crocifisso di Giotto e la famosa divina Trinità del Masaccio sono qui custodite.
La chiesa venne fondata da un gruppo di frati giunti da Pisa nel 1268, con l’aiuto di famiglie facoltose di Firenze.
Modificata alla fine del ‘500 su progetto di Vasari e per volere di Cosimo I, la chiesa venne distrutta da un terribile incendio nel 1771, fatta eccezione per la Cappella Brancacci e la Cappella Corsini.
In particolare, all’interno della Cappella Brancacci, di proprietà di una ricca famiglia di mercanti, sono conservati dei cicli di affreschi ai quali lavorarono assieme Masolino e Masaccio.