Accordo commerciale tra compagnie aeree per allargare le proprie tratte a livello nazionale e internazionale.
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Viaggiare in aereo per molti passeggeri può essere davvero stressante. È necessario ricordarsi il peso massimo consentito in stiva, il numero di valigie ammesse in cabina e l’ansia potrebbe peggiorare se ci si deve imbarcare su un volo in code sharing.
Ma di cosa si tratta esattamente?
Con il termine di code sharing (letteralmente condivisione di codice) si intende un accordo di collaborazione commerciale tra due o più compagnie aeree secondo il quale un vettore, su specifiche rotte, pone il proprio codice e vende posti sui voli operati dal vettore partner.
Quando infatti il passeggero decide di acquistare un biglietto emesso da una particolare compagnia aerea, in realtà quel volo è effettivamente operato (cioè eseguito) da un altro vettore. In questo modo le compagnie aeree possono vendere anche tratte che non operano.
Quando si parla di accordo code sharing i principali protagonisti sono due: l’Operating Carrier (OPE) che sarebbe la compagnia aerea che effettua il servizio, e la Marketing Airlines, cioè la compagnia che quel biglietto/servizio lo vende. In questo caso quindi la Marketing Airlines ci guadagna, perché riesce ad ampliare il numero di tratte che può offrire ai suoi clienti, l’OPE invece ci guadagna perché riesce a riempire i posti e alzare i suoi guadagni senza utilizzare risorse interne. Ma per quanto riguarda i passeggeri?
In realtà anche i passeggeri hanno qualche vantaggio da questo sistema. Per prima cosa si possono utilizzare le regole della compagnia di bandiera del proprio Paese (e l’assistenza locale) volando su nuove tratte sia nazionali che internazionali. In teoria, in caso di ritardi o cancellazioni, i passeggeri sono protetti da una responsabilità solidale da entrambe le compagnie aeree. Si possono accumulare le miglia della compagnia che il servizio lo vende e se ci sono scali, basta fare un unico check-in risparmiando tempo.
Cosa succede quando ad esempio si acquista un biglietto per un volo commercializzato da Iberia, ma poi la compagnia con cui effettivamente si volerà è Vueling? Le regole che vengono applicate sono quelle della compagnia con cui effettivamente si volerà (il vettore che opera il volo). Quindi tutto ciò che riguarda le dimensioni del bagaglio a mano, il trasporto di animali, i servizi per i passeggeri con disabilità e i termini massimi per l’imbarco e per il check-in.
In questo caso Iberia ha un code sharing con 21 vettori. Oltre a Vueling, per citarne alcuni ci sono: Air Italy, British Airways, American Airlines, Cathay Pacific e Qatar Airways. Alitalia ad esempio ha invece accordi di code sharing con tutte le compagnia dell’Alleanza SkyTeam, quindi KLM, Saudia, Air France, Delta, China Airlines, Aeroflot e altri vettori come Tap Portugal e Eithad.
Per capire con esattezza la compagnia con cui si volerà basta leggere attentamente il biglietto. Oltre alla sigla della compagnia che ha venduto il servizio, compare anche la scritta “operato da“, seguita dal nome della compagnia su cui effettivamente si volerà.