Si è sentito parlare spesso al telegiornale dello tsunami, un’incredibile onda anomala che ha coinvolto alcune località turistiche cerando disagi anche alle persone che si trovavano lì in vacanza.
I siti maggiormente a rischio tsunami sono quelli che affacciano sull’Oceano: il Giappone, le isole Hawaii, l’India e l’Indonesia.
Ma cos’è esattamente uno tsunami, e come si forma?
Il termine tsunami significa “onda del porto” in giapponese, e l’equivalente italiano è “maremoto”. Infatti, altro non è che la reazione delle masse d’acqua del mare a dei terremoti sottomarini. Può accadere infatti che vi sia un movimento tellurico molto forte, in genere superiore agli 8 gradi della scala Richter, che quindi crea un movimento dei mari dapprima quasi non percepibile.
Le onde sono piccole e senza conseguenze: ma, mano a mano che si avvicinano alla riva, per via dell’abbassarsi del fondale, si fanno sempre più importanti. Le onde di uno tsunami possono arrivare fino a trenta metri di altezza, e abbattersi in modo assolutamente imprevisto sulle rive, poichè non sono accompagnate da nessun altro segno.