In provincia di L’Aquila, tra i paesaggi incontaminati del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, si erge il piccolo borgo di Rocca Calascio, gioiello dell’Italia Centrale posto a 1.460 metri d’altitudine.
Il borgo abruzzese, oggi disabitato, è dominato dal Castello in pietra bianca che troneggia su un crinale roccioso e si staglia misterioso sui ruderi delle case sottostanti, edificate durante i secoli attorno alla rocca.
La fondazione di Rocca Calascio risale probabilmente all’anno 1000, anche se la prima attestazione ufficiale è datata 1380: si presume che in quell’anno furono inaugurati i lavori di costruzione del Castello, fortezza adibita alla difesa degli abitanti del borgo.
Alla fine del XV secolo la rocca, posta sotto il dominio della famiglia Piccolomini, vide accrescere il proprio ruolo militare ed economico, avendo dotato il Castello di quattro torri cilindriche e di una cinta muraria difensiva, nonché ponendosi come centro di controllo dei capi di pecore diretti a Foggia.
Dopo essere passata nelle mani della famiglia Medici nel 1579 e aver sviluppato un fiorente commercio della lana, Rocca Calascio fu distrutta da un violento terremoto nel 1703.
Questo affascinante rudere dell’Abruzzo, incastonato tra cielo e pietra, è diventato sul finire del XX secolo il set privilegiato di numerosi film come il celebre Lady Hawke (Usa, 1985), Il nome della rosa (Italia, Germania, Francia, 1986) e in tempi più recenti Padre Pio (Italia, 2006).
Il Castello, restaurato tra il 1986 e il 1989, è oggi accessibile gratuitamente a tutti i visitatori che vogliono ritagliarsi una gita fuori porta in un borgo dall’atmosfera intatta e magica, in un viaggio nel tempo che riporta al fascino e alle contraddizioni del Medioevo.