Monaco di Baviera, brindiamo alla sua bellezza con una bella birra!
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A volte quando si pensa ad un luogo o ad una città, le si attribuisce qualche cliché che magari i racconti delle persone hanno contribuito ad alimentare. Non è questo il caso di Monaco di Baviera, dove tutto ciò che si sa, e viene “tramandato”, in merito a questa cittadina protetta dalla catena montuosa delle Alpi, corrisponde a verità.
Costruzioni antiche testimoni di un passato glorioso, volti cordiali e coloriti , birrerie accoglienti: tutto questo lo si potrà trovare, e molto di più. Vediamo cosa fare a Monaco di Baviera e dintorni e le mete imperdibili.
Partendo dal centro storico di Monaco di Baviera, si avrà modo di constatare come passato e presente si intreccino di continuo, creando un armonioso contesto. Nella piazza centrale si potranno trovare ad esempio sia il vecchio (Alte) che il nuovo municipio (Neue Rathaus), il primo che risale al ‘400, il secondo ai primi anni del ‘900. Il nuovo municipio, caratterizzato da una facciata gotica bellissima, è abbellito dal Glockenspiel, un particolare orologio a carillon con due statue che, in alcuni orari della giornata e più precisamente alle 11 e alle 12, mentre le campane suonano, cominciano ad animarsi.
L’Altes Rathaus invece, che durante la guerra fu notevolmente danneggiato, è stato oggetto di un’opera di ricostruzione che ne ha ricreato lo stile originale. Al suo interno è conservata una collezione di giocattoli antichi bellissima. Inoltre dalla cima dell’edificio, sarà possibile ammirare tutta la citta’ di Monaco. Entrambi gli edifici si trovano adiacenti a Marienplatz, piazza stupenda dedicata alla Madonna, come testimoniato dalla statua che ne domina il suo centro.
Se ci si dovesse trovare a passare da Monaco di Baviera, non fare una “capatina” all’Oktoberfest sarebbe un vero “crimine”. La manifestazione, famosa in ogni angolo del globo e che ogni anno, sotto i suoi folkloristici tendoni, ospita oltre 6 milioni di visitatori, in origine nacque come festeggiamento in onore del principe Ludwing I in occasione del suo matrimonio. Ad oggi, la manifestazione dura 15 giorni, concludendosi la prima domenica di ottobre. Caratteristica la cerimonia di apertura, che prevede l’inserimento a martellate, da parte del sindaco in carica, di un rubinetto in una botte, quella scelta appunto per l’inaugurazione.
Considerato il polmone verde della città, il Englischer Garten è un bellissimo giardino inglese con un’estensione di circa 4 chilometri, dimensioni che lo rendono tra l’altro uno dei parchi più grandi al mondo. Realizzato nel 1789, inizialmente come giardino destinato ai militari, nei primi del ‘800 ne viene consentito l’ingresso anche ai civili, diventando ufficialmente il primo parco pubblico di tutta la Germania.
Curiosa sicuramente la scelta di destinare una piccola porzione del parco, vicino all’ingresso, ai nudisti. I ruscelli che lo attraversano sono ideali anche per fare qualche bagno e, per i più avventurosi, anche surf sui salti dell’acqua. Sole, acqua e contatto con la natura si uniscono ad alcune particolari costruzioni da visitare, come la Japanische Teehaus, una struttura giapponese situata all’ingresso, donata dalla città di Tokyo in occasione delle Olimpiadi del ’72.
La città di Monaco di Baviera, oltre ad essere interessantissima da visitare per l’interesse storico, è anche particolarmente viva la sera, grazie ad un’offerta di divertimenti particolarmente variegata. Ad esempio, nella Kultfabrik, area di 60.000 mq destinata originariamente all’area industriale, si potrà trovare qualsiasi forma di divertimento, dalla mostra d’arte per i più “raffinati”, allo spettacolo erotico per i più “disinibiti”.
Pub, discoteche, ristoranti, sale per concerti e club, qualsiasi cosa si stia cercando, nella Kultfabrik la si troverà. Da non perdere anche una passeggiata nel quartiere di Schwabing, dedicato agli artisti, con un fermento continuo ed inarrestabile, sia di giorno che di notte. Una piccola curiosità: quando si starà passeggiando per questo caratteristico quartiere, ci si dovrà ricordare che la prima volta è stato illuminato grazie a Hermann Einstein ed alla sua corrente elettrica, padre del più noto Albert, futuro Nobel per la fisica.