Dead Vlei, la stupenda palude bianca africana

Un'oasi nel deserto ha lasciato il posto all'incantevole palude bianca Dead Vlei. Una perla nel deserto del Namib.

Dead Vlei, un luogo in cui si rimane incantati di fronte al panorama che sembra un quadro. La palude morta nel deserto del Namib, tra i luoghi più fotografati al mondo, appare come un luogo fuori dal tempo e dallo spazio.

Una volta oasi, quest’aera arida custodisce una bellezza inverosimile, che difficilmente ci si aspetterebbe di incontrare in un luogo pressoché privo di vita. A raccontare la sua antica storia, un’esplosione di colori nel deserto che sembrano dipinti sulla tela azzurra del cielo.

Con le sue caratteristiche uniche, la Dead Vlei si inserisce a pieno titolo tra i luoghi da visitare almeno una volta nella vita.

Dead Vlei

Nell’area del Sossusvlei, all’interno del Parco Nazionale del Namib Naukluft, nel deserto del Namib, si staglia un paesaggio quasi surreale, che, con le sue dune, i suoi colori e le sue luci, è paragonabile a un dipinto: la Dead Vlei. Il nome anticipa la sua storia. Dead Vlei, infatti, significa palude morta, dall’inglese “dead” (morto) e dall’afrikaans “vlei” (palude). La palude, bagnata da corsi d’acqua che nutrivano gli alberi, ha lasciato il posto a una grande distesa arida, disseminata di acacie ormai morte.

L’antico paesaggio era simile a quello che si può vedere ancora oggi nel Sossusvlei, il quale è attraversato periodicamente dall’acqua che forma delle pozze, che rendono l’area, appunto, paludosa in alcuni periodi dell’anno. Il fiume che attraversava il territorio della Dead Vlei, il Tsauchab, ha deviato il suo corso quasi un millennio fa, a causa dei movimenti delle dune, lasciando il terreno asciutto. Da quel momento, qui, il tempo sembra essersi fermato. La palude si è trasformata in bacino asciutto, riarso dal sole, e gli alberi di acacia, che un tempo fiorivano rigogliosi, sono morti. Quando la zona di quella che oggi è la Dead Vlei era bagnata dal Tsauchab, il sottosuolo argilloso, coperto da un terreno sabbioso, riuscendo a trattenere molta acqua in un periodo di intense precipitazioni, ha fatto sì che gli alberi crescessero e questo pezzo di terra divenisse un’oasi nel deserto. Il paesaggio brullo, ma dai colori estremamente vivi, è ciò che rimane di quell’oasi. E quel che resta è l’incantevole specchio di ciò che era.

Palude bianca

Ciò che rende unico questo luogo e dà vita a uno scenario magico è proprio la quasi paradossale vividezza che difficilmente si può immaginare di trovare in un luogo così arido, un luogo detto “palude morta”. Nella Dead Vlei ci si trova di fronte a un paesaggio senza pari , reso unico soprattutto dalla presenza delle centinaia di alberi d’acacia ormai bruciati dal sole, che si innalzano scuri dal suolo bianco sul sfondo delle dune di sabbia rossa. A fare cornice a questo scenario già di per sé splendido, un cielo completamente terso, di un azzurro difficilmente visibile altrove. E nella morta palude bianca le acacie sembrano stare lì, a guardia di un paradiso perduto. Non tutto però nella Dead Vlei è morto; alcuni tipi di piante riescono a resistere anche in un terreno così inospitale. Piante come il melone Nara e la salsola, riescono a sopravvivere nutrendosi del solo vapore acqueo della nebbia del mattino e dell’acqua delle rare precipitazioni.

Le dune che circondano la Dead Vlei sono tra le più alte dune di sabbia al mondo, arrivando fino a quattrocento metri. La loro particolare colorazione rossa è dovuta alla composizione ferrosa della sabbia e quanto più le dune sono antiche tanto più il rosso aumenta di intensità.

L’assoluta bellezza di questo luogo l’ha reso tra le mete preferite dei fotografi, che vi giungono da ogni parte del mondo per lasciarsi incantare dalla purezza dei colori e delle luci e immortalarne la magnificenza.

Come arrivare

La Dead Vlei si raggiunge a piedi o in fuoristrada da Sossusvlei, partendo dal piccolo centro abitato di Sesriem, dove si possono acquistare i biglietti di ingresso al Parco Nazionale del Namib Naukluft. Percorsi circa 60 chilometri di strada asfaltata, si arriva al “2×4 Parking”, dal quale non è possibile proseguire con le auto a trazione tradizionale (2×4, appunto). I restanti sei chilometri che separano il parcheggio da Sossusvlei sono infatti di strada sabbiosa, per cui è necessario proseguire su auto 4×4.

Per raggiungere la Dead Vlei, bisogna poi percorrere altri due chilometri, a piedi, camminando sulle dune, o proseguendo in fuoristrada. In alternativa c’è la possibilità di prendere una navetta che parte dal “2×4 Parking” e ha come prima tappa Deadvlei, per poi arrivare a Sossusvlei. Opzione, quest’ultima, preferibile se non si è pratici di guida fuori strada, soprattutto considerando la particolarità del suolo. Guidando sulle dune di sabbia, infatti, si rischia facilmente di restare insabbiati. In questi casi i ranger del parco e i driver che conducono le navette, che hanno una certa abilità nel manovrare questo tipo di veicoli nel deserto, naturalmente corrono in soccorso dei malcapitati, ma senza dubbio è preferibile evitare di rimanere bloccati tra le dune del deserto.

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