Immagina un Carnevale su un’isola che sembra più caotico di quello di Rio e più spumeggiante dell’Elton John degli anni Settanta. Ecco il Carnevale a Trinidad, Cuba! Si tratta di un evento che mescola la musica dell’isola, le tradizioni locali, costumi elaborati e competizioni artistiche e che ha luogo il lunedì e il martedì prima dell’inizio della Quaresima.
Le attività programmate hanno luogo in sessanta luoghi diversi dell’isola, ma la festa principale prende piede nelle strade della capitale, Porto di Spagna. Il giornale inglese “Guardian” stima che circa trecentomila persone, tra cui ben quarantamila turisti, prendano parte ai festeggiamenti di Carnevale presso lo stadio nazionale e il parco Queens di Porto di Spagna.
Tutti coloro che pensano che il Carnevale venga festeggiato soltanto durante due miseri giorni, si sbagliano di grosso! Le celebrazioni infatti cominciano il giorno dopo Natale con concerti di musica tradizionale (soca e calypso), competizioni musicali, feste ed eventi vari.
Durante il weekend che precede il Carnevale, hanno luogo le più importanti competizioni musicali. La domenica alle quattro del mattino comincia ufficialmente il Carnevale con una cerimonia dedicata. Non è necessaria la luna piena per dare il via alla festa. Come in un episodio de “I morti viventi” infatti sorgono i protagonisti del lato più nero della storia dell’isola: diavoli, demoni, zombie, mostri davanti al pubblico raccolto nel parco Queens e in altre zone limitrofe.
Durante la parata del martedì in città si vive la competizione per la migliore band dell’anno. Il mercoledì mattina invece, tutti si spostano sulle spiagge per proseguire la festa con i gruppi musicali, i dj e i balli più allegri.
Rivali della musica, vere e proprie colonne portanti del Carnevale, sono le sfilate di maschere anche se conoscere il patrimonio musicale dell’isola è un modo ottimo per gustare la maggior parte delle celebrazioni. Trinidad e Tobago sono i luoghi in cui è nata la musica calypso, che moltissimi americani hanno poi imparato a conoscere grazie a canzoni come “Banana Boat Song” e “Jump in the Line”. Mentre il primo contest musicale ha avuto luogo nel 1911, il Carnevale ha preso il nome di “Calypso Monarch” (originariamente “Calypso King”) dal 1939. Nel 1993, il Carnevale aggiunse anche la competizione per musica soca (“Soca Monarch competition”) e un nuovo suono tutto caraibico, chiamato calypso, che mescolava il soul americano e la musica dance. Canzoni di questo genere famosissime negli Stati Uniti sono “Hot Hot Hot” di Arrow e “Who Let the Dogs Out” degli Baha Men ma gli artisti più tradizionali di questo genere musicale sono SuperBlue, Bunji Garlin e Machel Montano.
Non bisogna dimenticare che il Carnevale di Trinidad pone le sue radici nella rivoluzione. L’isola infatti era sotto il dominio spagnolo nel 1789, quando la rivoluzione francese esplose anche nei territori caraibici di influenza francese. I lavoratori delle piantagioni in Martinica e in zone limitrofe si spostarono a Trinidad, arrivando quasi a triplicare la popolazione di Porto di Spagna, e introdussero qui le tradizioni del Carnevale. All’inizio gli schiavi non potevano partecipare a questa festa ma una nuova rivoluzione, all’inizio del diciannovesimo secolo, diede il via ad un processo inarrestabile di emancipazione degli schiavi fino a permettere anche a loro di festeggiare nelle strade. Una mescolanza di tradizioni africane, caraibiche, asiatiche, europee e di altre culture hanno portato la celebrazione del Carnevale ad essere quella a cui possiamo assistere noi ancora oggi.
Un Carnevale dallo stile simile a quello di Trinidad può essere vissuto in molte città del mondo. Nei Caraibi le celebrazioni vengono vissute anche nelle Barbados e a Kingston. Negli Stati Uniti si possono vedere feste molto simili a New York, Miami, Baltimore, Atlanta, Houston, Palm Beach e Orlando.
Cuba resiste, il libro su Cuba immancabile in ogni libreria. Consigliato da leggere prima di andare o appena tornati per rivivere quest’isola meravigliosa:
La foto che apre questa ricruba e8 splendida nei suoi colori, intensa e misteriosa nel suo soggetto. Mi hai fatto tornare in mente delle foto che ho scattato in Venezuela ad una ragazza che sulla spiaggia vendeva orecchini, bracciali, colanne fatte da lei. Si chiamava Caterina e mi raccontf2 come mai aveva questo nome cosec europeo e un po’ della sua vita non semplicissima. La fotografai mentre accorciava una collana. Era cosec serena e grintosa al tempo stesso.