I fichi d’India della Sicilia sono delle piante eccezionali, inoltre i frutti possiedono molte proprietà benefiche, quando raggiungono lo stadio di maturazione massima divengono polputi e molto succulenti. Il fico d’India, denominato scientificamente Opuntia ficus indica, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Cactaceae.
E’ stato scoperto che è originaria del Messico, è diffusa però in tutte le zone centroamericane, come quella Azteca. Grazie alle spedizioni di ritorno di Cristoforo Colombo il fico d’India si diffuse nel vecchio continente ed ancora oggi è molto coltivato nel nostro paese anche se la regione che ha il primato è la Sicilia. Proprio perché sono coltivati in molte delle nostre regioni questi frutti possiedono denominazioni diverse, legate ai dialetti ed alle tradizioni.
Coltivazione dei fichi d’India Sicilia
La Sicilia, a livello europeo, ha l’esclusiva sulla filiera produttiva e detiene il monopolio del mercato italiano ed oltre il 90% del mercato comunitario, grazie alla superficie complessiva riservata alla coltivazione specializzata di fichi d’India di circa settemila ettari. La zona in cui è presente la maggior parte della superficie utilizzata e presenta un miglior grado di specializzazione degli impianti è l’area di San Cono (CT) che copre più della metà dell’intera superficie regionale coltivata.
Un’altra vasta zona è caratterizzata dalla “DOP Ficodindia dell’Etna” che comprende molti comuni alle pendici del vulcano, dall’area di Santa Margherita Belice (AG) e da una piccola area in forte espansione nel territorio Roccapalumba (PA). L’ottima qualità dei frutti garantisce il successo della produzione siciliana, qualità data dall’applicazione di tecniche di coltivazione come l’irrigazione, la concimazione ed il diradamento.
L’ambiente ottimale
Il clima ed il suolo influenzano molto la qualità e la quantità della produzione; essendo il fico d’India una coltivazione adatta per climi che vanno dal caldo all’arido ed essendo resistente alle alte temperature bisogna sempre verificare se il terreno in cui si vogliono realizzare nuovi impianti risponde alle richieste di questa particolare coltura.
Il clima ottimale è quello di alta collina in cui l’estate è di tipo caldo umido e l’inverno non risulta troppo rigido. Se si pratica una coltura intensiva è consigliato impiantare nelle zone che non superano i seicento metri.
Le più importanti varietà del fico d’india sono: la varietà sanguigna i cui fichi di color rosso intenso, tendente al porpora; la varietà sulfurina dai frutti dalla cromaticità che oscilla tra il giallo e l’arancione; la varietà muscaredda facilmente riconoscibile dai frutti color bianco, è la qualità più delicata e pregiata
Le modalità d’impianto
Questo frutto viene diffuso grazie alla talea. Quest’ultima viene presa dalle rimanenze delle potature, è preferibile però prenderla dalle piante madri. Vengono utilizzati dei cladodi. La messa a dimora delle talee che è anticipata dallo scasso e non supera in profondità i settanta centimetri e da una concimazione, eseguita di solito nel mese di maggio.
Le talee sono disposte poi lungo il filare o vicino a delle buche che stanno al sole per dieci o venti giorni. Le talee poi si cicatrizzano vengono poste nel terreno in modo da essere perfettamente perpendicolari.
Il cladodo va interrato per i suoi due terzi e così si possono piantare più talee per posta ed al sesto impianto si decide dalla forma degli impianti precedenti, è consigliabile orientare i filari dalla direzione nord a quella sud.
I fichi d’india sono ottimi frutti dalle molteplici capacità benefiche che si possono coltivare in modo semplice e senza particolari attenzioni, un suo vanto sono inoltre i suoi bellissimi fiori.