Per gli amanti dei tartufi, la Fiera del tartufo di Moncalvo è davvero un evento unico. Questa città racchiude una bellissima storia tutta da scoprire.
Moncalvo vanta una lunghissima storia nel Monferrato, con la sua fondazione che risale all’epoca romana, la sua antica comunità ebraica di cui restano ormai pochi segni e la sua tradizione culinaria. La cittadina si trova a nord est di Asti, ed è stata il primo capoluogo storico della zona del Monferrato, che domina dal suo colle, immerso fra i declivi dolci e verdi, punteggiati di abitati e zone coltivate, da cui provengono prodotti di altissima qualità frutto della tradizione e della dedizione dei suoi abitanti.
Al confine con le Langhe, il Monferrato è famoso fra le varie cose per i suoi tartufi bianchi di altissima qualità, che da sempre hanno alimentato la tradizione di trifulau, i raccoglitori che con i loro cani andavano in giro per i boschi per raccogliere queste delizie.
All’inizio del novecento, questi cercatori amavano ritrovarsi in una locanda proprio a Moncalvo, ed il proprietario, divertito dalle loro sbruffonerie che ogni giovedì di mercato animavano la sala, da amatore dei tartufi decise di organizzare il primo concorso con tanto di mostra. Il gestore della locanda si elesse a giudice e ispezionava personalmente i singoli tartufi nei fazzolettoni a quadri blu di cotone che si usavano per tradizione, giudicandoli in due categorie: i più grandi e i gruppi più abbondanti.
Sono passati gli anni e la fiera è cresciuta diventando uno degli eventi chiave in città, attirando sempre più gente e accogliendo al suo interno non solo aspetti legati al commercio dei tartufi, ma di tutte le tradizioni locali che vanno conservate e fatte conoscere per la loro importanza. Durante la kermesse, in mezzo alle migliaia di curiosi e di turisti da tutto il mondo che ogni anno sono pronti a gustare i tartufi bianchi, cercando di accaparrarsi i pezzi più pregiati, si aggirano ancora i trifolao. Se ne vanno in giro con il loro cappellaccio, il lanternino e gli stivali pieni del fango di sentieri che solo loro conoscono e che si tramandano come un segreto di padre in figlio.
I latrati dei tabui, i cani da tartufo, preziosi come l’oro, invadono l’aria ed ognuna delle bestie se ne sta fedelmente alla gamba del padrone, ben felice di servirlo. Qua e la si sente lo stridio dello zappetto sul selciato, perché i trifolai se lo portano dietro alla fiera per farsi riconoscere. Questi personaggi si aggirano fra la folla, fieri e rispettati, perché solo in pochi hanno accesso ai segreti della tradizione.
L’aria è satura del profumo dei tartufi e negli stand gastronomici i cuochi, espertissimi di questo delizioso tubero, ne esaltano il gusto con ricette tradizionali ed innovative per estasiare il palato degli ospiti. Tutta la città offre i propri prodotti e visto che l’affluenza è altissima, fra curiosi, appassionati ed esperti, le prenotazioni sono d’obbligo per la Fiera del tartufo di Moncalvo 2019, così da approfittare dei menù speciali di ristoranti ed alberghi, che fanno a gara a chi propone le delizie più raffinate.
In attesa del momento clou della manifestazione, la premiazione del Tartufo D’Oro, dedicata al miglior tubero dell’anno, gli eventi sono tantissimi e non solo enogastronomici. Teatro dialettale, balli e canti tradizionali animano la cornice della fiera. Ci sono conferenze e workshop dedicati alla formazione e al miglioramento del rapporto fra questi deliziosi e preziosissimi tuberi e il loro pubblico. Nelle conferenze si tratta della sostenibilità della raccolta, dell’importanza di mantenere viva la tradizione, ma anche dei migliori modi per usare i tartufi in cucina. La conoscenza delle ricette e dei segreti, insieme alla cultura dei migliori vini da accostare a questi tuberi per esaltarne il profumo ed il gusto delicato, sono la base culturale imprescindibile per conservare l’importanza di un prodotto unico al mondo.
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Buoni