Fontana delle 99 Cannelle a L'Aquila: la storia e la leggenda del monumento.
La fontana delle 99 Cannelle, a L’Aquila, è un monumento molto conosciuto, in pochi però conoscono la sua leggenda. La fontana, chiamata anche fontana della Rivera, è un simbolo storico dell’Aquila.
La fontana è situata nella zona della Rivera, una delle più antiche del centro storico, a ridosso del fiume Aterno, vicino alla chiesa di San Vito alla Rivera.
Questa costituisce quasi l’intero perimetro della piazza quadrangolare vicino alle Mura urbiche, ed è costituita da novantatré mascheroni in pietra e sei cannelle singole, dalla maggior parte dei quali sgorga l’acqua.
Secondo la tradizione, le cannelle rappresenterebbero i novantanove castelli del circondario che, nel XIII secolo, parteciparono alla fondazione dell’Aquila.
Attorno a tale Fontana ci sono misteri e leggende affascinanti che rendono questo luogo ancor più interessante.
Si tratta di un monumento che purtroppo, a causa del terremoto del 2009, ha subito gravissimi danni così come tutto il patrimonio storico e culturale del capoluogo abruzzese.
La leggenda narra che nel XIII secolo fu costruita una “città madre” che aveva come obiettivo quello di raggruppare i popoli di ben 99 castelli.
Per rendere possibile il progetto, decisero di assegnare a ogni signorotto una parte di borgo in cui accogliere i propri cittadini. Da questo, si dice che la Fontana prese il nome “delle 99 Cannelle”, riferendosi proprio ai 99 castelli riunitisi in una sola città. La Fontana, infatti, è caratterizzata dai “mascheroni”, tutti diversi tra loro che secondo la tradizione rappresentano proprio i signorotti dei castelli.
Tra tutti merita soffermarsi su quello dalla testa di pesce, posta sul lato destro, che richiama la leggenda di Colapesce.
Ma la stranezza sta nel fatto che le 99 cannelle sono in realtà 93. Questo, tuttavia, non scalfisce minimamente il fascino incredibile di questo luogo che resta in pole position come meta da visitare assolutamente a L’Aquila.
La leggenda racconta, inoltre, che un cavaliere prima di entrare nella Basilica di Collemaggio doveva purificarsi dai suoi peccati immergendosi nella fontana. Il rituale da seguire era ben preciso e prevedeva la sua permanenza in acqua durante tutta la notte. Il cavaliere doveva ascoltare il gorgoglio dell’acqua che fuoriusciva dalle cannelle e cercare di individuare il suono prodotto da ciascuna di esse, ma anche quello unico che annullava tutti gli altri. Solo chi riusciva ad ascoltare attentamente quella nota che arriva al cuore e lo fa vibrare, compiva il rituale.
Il cavaliere a questo punto doveva bere dalla “sua” cannella, inginocchiarsi e meditare sino all’alba riflettendo sui suoi errori. Purificatosi starebbe stato pronto per varcare la soglia d’ingresso della Basilica.
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Mon rêve serait de reproduire le rituel qu'a dû exécuter mon ancêtre le Chevalier Vespasiano LEPORI et boire l'eau du mascaron le représentant.