Fontana di Trevi: come arrivare e cosa vedere nei dintorni

Fontana di Trevi è uno dei luoghi più suggestivi e rappresentativi da visitare a Roma, passando per i dintorni ricchi di arte.

La fontana di Trevi è uno di quei particolari monumenti realizzati per celebrare il meraviglioso e mutevole mondo dell’acqua e le sue evoluzioni mutevoli e immateriali, dal quale il mondo stesso ha tratto la sua origine.

Fontana di Trevi e dintorni

Uno dei luoghi più suggestivi e rappresentativi dell’Urbe, la fontana è il trionfo dell’estetica barocca che si incarna nelle forme fantastiche della natura, il motu perpetuum dell’anima del mondo. La meraviglia e la potenza di questo gioiello d’acqua e pietra, la si avverte già percorrendo i vicoli vicini a Via del Corso o del Tritone, quando un fragore intenso e crescente sembra pervadere tutti i sensi, verso quella dimensione estatica ebbra di bellezza e storia che dal Pantheon, passa per le viuzze piene di vita ed esplode poi all’improvviso nella piazza, dove una sorgente impetuosa e sensuale si scaglia sui marmi berniniani e muove onde che mettono in scena uno spettacolo di straordinaria intensità.

Nell’artificio dell’estetica barocca, persino l’architettura sembra assurgere a questo fluido vitale, tanto che il palazzo che fa da sfondo al complesso si fonde armonicamente alla composizione, articolandosi in quell’alternanza di vuoto e di pieno che muove l’intero scenario. La storia di questa monumentale opera s’incrocia con la grande evoluzione urbanistica e strutturale della città, che vide nell’ingegneria idraulica dell’ammiraglio Marco Vipsanio Agrippa, la realizzazione dell’acquedotto che, nel 19 a.C. determinò la costruzione delle terme gratuite per la cittadinanza consacrate al Dio Nettuno.

L’acqua che vi sgorga proviene dalle sorgenti di Salone e il nome, “Vergine” deriverebbe dalla leggenda secondo cui i soldati assetati di Agrippa, furono guidati alla sorgente da una fanciulla presumibilmente vergine che, si dice fosse in realtà la Dea Diana. La prima ristrutturazione avvenne grazie a Papa Urbano VIII Barberini, il quale pensava a una fontana altamente scenografica e grandiosa, tale da essere visibile dalla sua residenza al Quirinale.

L’incarico fu assegnato allo scultore Gian Lorenzo Bernini, il quale dopo tanti progetti costosi,
sfruttò la Tomba di Cecilia Metella , la forma rotonda e il bellissimo marmo. Tre secoli dopo, Clemente XII riprese l’idea di una fontana monumentale e indisse una gara fra i migliori artisti dell’epoca. Vinse Nicola Salvi con dei bozzetti ispirati chiaramente al Bernini, rappresentanti un gigantesco omaggio al Dio del mare e dell’acquedotto costruito in suo onore.

La fontana di Trevi è uno dei cuori pulsanti della Roma rinascimentale e nella sua struttura è possibile riscontrare le testimonianze dell’unione tra storia e mitologia, classicismo e dinamismo materico ante litteram. Ogni creatura scolpita nel marmo sembra muoversi assieme all’acqua, in un gioco di contrasti fisici ed emotivi che testimoniano la personificazione dell’abbondanza: i due cavalli marini per esempio simboleggiano gli stati del mare; uno calmo, l’altro agitato. I cavalli a sua volta sono guidati da due tritoni, metà uomini e metà pesci: il soffio a pieni polmoni di uno dei due, dentro un corno di conchiglia, era in grado di calmare le tempeste e preannunciava l’arrivo del Dio Nettuno.

Al centro compare un arco circondato da colonne sul quale si erge il Dio Oceano che scruta maestoso la grande vasca a forma di conchiglia alla ricerca dei suoi domini sommersi. Anche le origini dell’acquedotto sono state immortalate all’interno di due fregi in alto: uno raffigura Agrippa che approva il progetto; l’altro rappresenta la “vergine” che indica ai soldati la sorgente. In alto, a completare la scena, compare lo stemma in marmo di Clemente XII, le statue raffiguranti le quattro stagioni.

Leggende e curiosità

Intorno alla fontana di Trevi circolano numerosi aneddoti curiosi legati ad alcuni particolari: uno di questi riguarda il grosso vaso sulla destra della fontana, soprannominato dai romani, “asso di coppe”, che pare si stato piazzato dallo stesso Salvi durante i lavori di costruzione, perché stanco delle continue critiche di un barbiere che aveva la bottega sullo stesso lato della piazza. La leggenda più popolare è legata al costume di lanciare una moneta di spalle, che pare porti fortuna e amore, oltre ad assicurare il ritorno nella città eterna.

Anche il cinema le ha dedicato più volte omaggio: basta pensare al mitico Totò che cerca di vendere la fontana agli americani, per arrivare a una delle scene più famose del cinema; il bagno della bellissima Anita Ekberg, in “La dolce vita” di Federico Fellini. La Fontana di Trevi è uno dei punti nevralgici del centro di Roma, vicino a Via del Corso, ma anche alla Piazza del Pantheon, dove sorge il tempio risalente a duemila anni e dedicato a tutte le divinità, prima di essere utilizzato come basilica cristiana sin dall’inizio del settimo secolo.

Con il suo portico sorretto dalle otto colonne corinzie in granito in facciata e altrettante distribuite nelle due file retrostanti, il Pantheon rappresenta uno dei più grandi monumenti alla potenza e all’ambizione dell’Impero Romano. Sempre nelle vicinanze della fontana di Trevi, vi è la monumentale scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna; probabilmente il cuore di Roma, sia in senso letterale che simbolico, il cui spirito romantico e bohémienne, né fa una meta privilegiata per turisti e romani.

Un particolare fascino risiede nei vicoli che collegano Piazza Barberini, Via del Tritone e le altre zone; ad esempio il vicolo del Puttarello chiamato “vicoletto”, corto e stretto, a 1 km dalla piazza, che apre l’accesso ad un luogo sorprendente, fatto di case e opere idriche dell’età imperiale. Qui si trova l’acquedotto Vergine, del quale si possono vedere liberamente i resti nella vicina Via del Nazareno.

Come arrivare Fontana di Trevi

Tutte le strade del centro si può dire che portano alla fontana di Trevi. Da nord basta prendere la via Salaria, poi verso il centro e Porta Pinciana fino a Piazza Barberini e Via delle Quattro Fontane. Da est se si esce dalla Stazione Termini, occorre scendete verso i Fori Imperiali, con arrivo in Piazza Venezia. Da sud, stessa indicazione ma per il Colosseo, poi i Fori Imperiali e Piazza Venezia.

Condividi