5 frantoi ci raccontano la storia e le tradizioni della terra pugliese.
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Le distese di uliveti caratterizzano in massima parte il territorio della regione Puglia. Alberi secolari dai tronchi straordinariamente contorti e le foglie verde-argento che regalano, grazie al lavoro duro e appassionato, l’oro verde di Puglia ovvero l’olio extravergine di oliva.
Questo è alla base della gustosa cucina di questa assolata terra. In Puglia si possono visitare numerosi frantoi, con tanto di moderni macchinari: eppure i più interessanti sono gli antichi frantoi ipogei, i cosiddetti trappeti, scavati nella viva roccia ed espressione della vita contadina di tempi ormai lontani.
A 14 km dalla bella Lecce sorge Vernole, borgo salentino famoso soprattutto per la frazione di Acaya, unico esempio del sud Italia di cittadina rinascimentale fortificata. Al di sotto della centralissima Piazza Vittorio Veneto si trova il frantoio ipogeo Lu Caffa, il cui nome rimanda agli intensi scambi commerciali che si effettuavano proprio nella sovrastante piazza.
Il frantoio risale al 1550 ed è rimasto pressoché intatto con le sue presse alla genovese e alla calabrese, la vasca cinquecentesca, i recipienti per conservare l’olio e le olive non ancora lavorate e le mangiatoie per gli animali.
La leggenda racconta che il frantoio di Lu Caffa fosse il covo dei dispettosi folletti Uri, che si divertivano tra le altre cose ad allacciare le code dei cavalli e di altri animali.
Un altro luogo da non perdere in un tour per frantoi in Puglia sorge nella Città degli Ipogei ovvero Presicce, cittadina sita a circa 56 km da Lecce. Qui, al di sotto di Piazza del Popolo, c’è una vera e propria città sotterranea composta da decine di frantoi ipogei dove si lavoravano al fresco le olive provenienti da Gallipoli.
Gli ambienti, dove si respira un’atmosfera ovattata e suggestiva, si sono sviluppati soprattutto tra l’XI e il XIII secolo: hanno pavimenti in terra battuta, vasche di decantazione e la classica pesante ruota in pietra al centro che suggerisce una difficoltà nell’azionarla da parte dei contadini.
Una volta a Presicce non si può non visitare il Museo della Civiltà Contadina sito proprio nel Palazzo Ducale della cittadina, con esposti strumenti di vita quotidiana legati agli antichi abitanti del luogo.
Nel XVI secolo Gallipoli era uno dei più importanti centri legati al commercio dell’olio: nel borgo salentino veniva prodotto infatti non solo l’olio alimentare, ma anche quello per fabbricare saponette e l’olio grasso utilizzato per illuminare le strade di tutta Europa fino all’avvento dell’elettricità.
Nel centro storico di Gallipoli si celano due luoghi legati alla lavorazione delle olive assolutamente da visitare: il primo è il frantoio dei Vicerè, un piccolo mondo antico visitabile scendendo pochi gradini.
Pare che questo frantoio sia stato voluto espressamente dal Vicerè per incrementare la produzione del cosiddetto olio lampante da esportare in tutta Europa: sono ottimamente conservati anche ganci, lanterne, giare, mole in pietra e brocche. Oggi, nella penombra del tempo, durante il periodo natalizio viene installato un suggestivo presepe.
Il secondo è poi il frantoio sito nei sotterranei del rinascimentale Palazzo Granafei ed esteso per ben 200 mq: l’ambiente era talmente esteso che comprendeva ricoveri non solo per contadini ma anche per gli animali, utilizzati per azionare ad esempio il torchio alla genovese in legno ancora oggi ottimamente conservato.
Ultima tappa è Morciano di Leuca, ad appena 7 km da santa Maria di Leuca: adiacente alla chiesa parrocchiale, in Piazza Giovanni Paolo II, c’è un edifico con una iscrizione latina”affinché tu non vada oltre“.
Varcando la porta di quello che era l’antico ospedale, ci si troverà davanti a un antico frantoio del ‘700 con tanto di macina in pietra e 12 fori dove in passato erano posizionate altrettante presse.
Una scaletta porta anche in tal caso a un ambiente ipogeo con ancora presenti due pietre che strofinando tra loro macinavano le preziose olive di Puglia.