In Giappone apre i battenti l'Unko Museum, il museo dedicato interamente alla cacca nella sua innocua veste grafica di emoji.
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Il museo della cacca. Letteralmente i giapponesi lo hanno chiamato Unko Museum, proprio perché unko in terra nipponica indica la cacca. Eppure, a differenza di quanto si potrebbe pensare, il materiale d’esposizione è quanto più vicino possibile alla forma grafica “innocua” della cacca così come è rappresentata nelle emoji.
I fan della sapiente matita dell’autore Akira Toriyama riconosceranno subito l’conica forma dell’oggetto esposto. I titolari del museo lo definiscono un temporary museum, dedicato principalmente al carattere divertente che l’emoji ha acquisito negli anni.
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La cacca diventa un pezzo da museo. L’intento irriverente del Unko Museum salta subito all’occhio, soprattutto nel momento in cui si prende coscienza del fatto che la cacca esposta non è certamente un richiamo alla “Merda d’artista”, di Piero Manzoni, ma un omaggio alle emoji e ad Akira Toriyama. Proprio il “papà” di Dragon Ball sarebbe l’autore a cui si deve la veste grafica innocua per la cacca. I fan del fumettista – meglio noto come mangaka – riconosceranno di certo in quelle forme rotondeggianti e a spirale le rappresentazioni irriverenti della cacca, che in alcuni episodi di Dr. Slump – altro manga dell’universo di Dragon Ball, ma dallo stile più umoristico – mostra pure un faccino sorridente.
Il museo è diviso in 3 aree. Per volontà degli stessi ideatori dell’Unko Museum, ogni area è denominata con un titolo derivato da un gioco di parole con la parola unko: un’teractive, un’stra-genic e un’telligence. Uno stratagemma pensato appositamente per i bambini, ma che potrebbe rivelarsi anche un intrattenimento interessante per gli adulti. Infatti, mentre i bimbi avranno a disposizione una vasca di palline per giocare, i genitori potranno approfittare del momento ludico dei figli per dedicarsi ai propri social, condividendo post e scatti magari irriverenti, ispirati anche dal tema principale del museo.
Il richiamo all’emoji della cacca non è una novità. Oltre al fatto che la cacca in questa versione è diventata un vero e proprio meme in rete, ancor prima della ascesa delle emoticon, la considerazione che l’utenza sta maturando nei confronti delle emoji ha raggiunto dei livelli tali da essere riconoscibile in ogni contesto. Non è un caso che l’architetto olandese Changiz Tehrani abbia scelto proprio le note faccine come decorazione per la torre dell’orologio di un centro commerciale. Ai giornalisti che gli hanno chiesto il perché di questa scelta Tehrani ha risposto che le emoji sono ormai il simbolo dell’attuale epoca.