Visita al Parco Villa Gregoriana, cosa vedere in gita

Cosa sapete del Parco Villa Gregoriana? Scoprite di seguito cosa vedere in gita!

Conoscete o avete mai sentito parlare del Parco della Villa Gregoriana? Il monumento protetto dal FAI si trova a Tivoli, nella valle scoscesa tra la sponda destra dell’Aniene e l’antica acropoli romana. Scoprite di seguito cosa vedere in gita all’area Parco Villa Gregoriana a Tivoli.

Gita al Parco Villa Gregoriana: cosa vedere?

Conoscete il Parco Villa Gregoriana? Nel 2024 i contributi raccolti dai volontari FAI saranno investiti per gli interventi di conservazione, valorizzazione, gestione e fruizione di Parco Villa Gregoriana a Tivoli, provincia di Roma, affidato al FAI dal 2002 in concessione dall’Agenzia del Demanio.

Così il poeta latino Stazio (45 circa-96 circa d.C.) descriveva il luogo in cui sorge l’odierno Parco Villa Gregoriana, allora scelto dal console romano Manlio Vopisco per una lussuosa e mirabolante villa d’otium fuori città, quasi sospesa sull’Aniene che attraversava l’antica Tibur e fino all’Ottocento precipitava in una fragorosa cascata al fondo di questa vallata.

Poco resta oggi della villa romana, ma dominano ancora il paesaggio i due templi dell’acropoli, quasi integri, di cui uno attribuito a Tiburno, eroe eponimo della città, e uno rotondo, celeberrimo per le centinaia di rappresentazioni di viaggiatori e artisti.

La Villa fu inaugurata il 7 ottobre 1835. Quel giorno, oltre all’opera di ingegneria idraulica si ammirò per la prima volta il nuovo assetto dell’intera area, che fu trasformata in un parco pubblico caratterizzato da una grande varietà di piante, disposte con spontanea naturalezza ma frutto di un preciso progetto.

Tra boschi e radure, grotte e gallerie, cascate e rovine, si snodano sentieri e scalinate, che regalano continui scorci su una natura solo apparentemente selvaggia, secondo i canoni del giardino romantico.

Lo sapete però che da sempre i versanti del Parco che formano la gola dove scorre l’Aniene sono soggetti a fenomeni di dissesto idrogeologico e a eventi franosi? Inoltre, gli eventi climatici intensi e improvvisi degli ultimi anni richiedono sempre più manutenzioni straordinarie, come i lavori che si stanno svolgendo dalla scorsa primavera.

Sui versanti maggiormente a rischio e sui Templi saranno installati dei sensori di monitoraggio dei movimenti gestiti da remoto, che permetteranno di intervenire tempestivamente per prevenire eventuali dissesti e cedimenti.

Valle dell’Inferno

L’itinerario di visita percorre l’intera Valle dell’Inferno: si parte dal ponte Gregoriano, si discende lungo la valle, arrivando con una piccola deviazione alla terrazza di fianco alla grande cascata e poi si continua a scendere nell’ombra della forra, incontrando lungo il sentiero la grotta di Nettuno e quella delle Sirene, e vari esempi di paesaggio carsico, su uno sfondo di fitta vegetazione.

Sull’acropoli sono collocati due templi databili attorno al I secolo a.C.: uno, rettangolare, è detto Tempio della Sibilla (ma in realtà di incerta attribuzione), l’altro, rotondo, è detto di Vesta.

Questo insieme fu una delle mete canoniche del Grand Tour romantico, come ancora mostrano le memorie di illustri visitatori affisse nell’antica locanda che sorgeva sull’acropoli (oggi un ristorante).

Scritto da Chiara Sorice

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