Scopri l'Aula del Simonino, a Trento, cosa vedere e perché è diventato un bene FAI.
Se vi trovate a Trento non dimenticate di visitare l’Aula del Simonino, situata all’interno di Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro. Scoprite tutto quello che c’è da sapere su quest’attrazione storica.
L’Aula del Simonino, nota come Cappella del Simonino, in via del Simonino, nel centro storico di Trento, è stata donata al FAI da Marina Larcher Fogazzaro nel 2018, perché fosse restaurata e valorizzata.
Dopo i primi lavori di restauro, dapprima sulla facciata del Palazzo, scoprendone così le finestre quattrocentesche e restituendo colore e leggibilità alle figure e alle iscrizioni dipinte nel Settecento, la Fondazione ha allestito nuovamente lo spazio interno per realizzare un progetto di valorizzazione culturale inedito e originale, che consiste in un “racconto sonoro” dedicato alla vicenda del piccolo Simone da Trento.
Il pubblico, seduto su panche lignee, ascolterà in cuffie wireless, per offrire un audio di elevata qualità, una narrazione di circa 20 minuti, informativa, didattica, ma anche di grande suggestione e con particolare effetto immersivo, ideata e curata dal FAI, affidata alla voce dell’attrice trentina Daria Deflorian e prodotta da Chora Media.
Qui, infatti, dov’era la sua casa natale si trovava nel Settecento, e probabilmente ancor prima, la “Cappella del Simonino”, cioè Simone Lomferdorm, un bambino di poco più di due anni, trovato morto il 24 marzo del 1475 nel fossato di una casa lungo l’Adige di proprietà di un ebreo, e protagonista suo malgrado di una incredibile storia di antisemitismo, intolleranza religiosa e ingiustizia, che merita di essere ricordata e raccontata.
Le autorità cittadine di allora, infatti, in nome di uno storico odioso pregiudizio antiebraico, alimentarono la falsa credenza dell’omicidio rituale, ovvero accusarono gli ebrei di aver ucciso il bambino per ricavarne il sangue da usare nel rito della Pasqua. Il piccolo Simone divenne così, fin da subito, un martire cristiano, e poi ufficialmente un beato, popolarissimo destinatario di un culto vero e proprio, con luoghi deputati, come questa ex Cappella, processioni annuali e un campionario di immagini sacre diffuse in tutta Italia.
La piccola comunità ebraica trentina fu ingiustamente accusata, processata e condannata, perseguita, e infine espulsa da Trento, dove non ha fatto ritorno per 500 anni. Solo nel 1965, a seguito di una revisione scientifica del processo, che ha ribaltato la sentenza di colpevolezza degli ebrei, con un decreto papale il culto del Simonino è stato soppresso, e sono state ordinate la rimozione delle spoglie del bambino dalla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, la cessazione di ogni celebrazione, e la chiusura delle cappelle, compresa questa donata al FAI; solo nel 1992, gli ebrei hanno fatto ufficialmente ritorno a Trento.
Dal 1965 però questo non è più un luogo di culto, ma resta il suo grande valore culturale. Il FAI ha deciso di riaprire questo luogo per educare i cittadini di oggi e soprattutto di domani, cioè i giovani delle scuole, cui è primariamente destinato. Ecco perché si chiama “Aula” del Simonino: un’aula scolastica, ma fuori dalla scuola.