Una storia antica e una leggenda che non tutti conoscono.
La Grotta Azzurra è una cavità naturale che misura circa sessanta metri di lunghezza e circa venticinque di larghezza. L’ingresso è largo due metri e alto solo uno. Per poter visitare la grotta occorre salire su piccole barche a remi che possono contenere al massimo quattro persone.
Appena saliti sulla barca ti verrà chiesto di stenderti sul fondo, mentre il marinaio con uno slancio guiderà la barca all’entrata della grotta procedendo verso l’interno.
È possibile raggiungere l’ingresso della grotta in tre differenti soluzioni:
La barca infatti vi porterà a fare il giro dell’isola per poi dirigersi verso l’ingresso della grotta.
L’ingresso a nuoto è severamente vietato, compreso tuffarsi dalla barca. Questo accade poiché la parete della grotta è estremamente bassa e un’onda potrebbe farvi sbattere alla parete.
Una peculiarità della Grotta Azzurra è data proprio dalla sua colorazione azzurra. La luce del sole entra attraverso una finestra sottomarina che si apre esattamente sotto l’ingresso della grotta, subendo così una filtrazione dall’acqua che assorbe il colore rosso e lascia passare l’azzurro.
Altri fenomeni invece, sono responsabili dei riflessi argentati degli oggetti immersi.
La leggenda della Grotta Azzurra: tra realtà e finzione. Come tutti i luoghi straordinari sparsi nel mondo, anche la Grotta Azzurra racchiude in sè una leggenda.
Si narra infatti, che un tempo essa venisse chiamata Gradola (oggi ce una spiaggia ad Anacapri che porta il suo nome) e che fosse stata abbandonata dai marinai e dagli avventurieri per via di alcune storie su spiriti maligni e demoni terrificanti.
Ma partiamo con ordine. La grotta era conosciuta già dal tempo degli antichi romani, infatti essa veniva utilizzata come ninfeo marino. Lungo alcuni passaggi della grotta ormai crollati, erano presenti alcune delle statue romane che rappresentavano creature marine.
Una di esse in particolare rappresenta Nettuno dio del mare. Secondo alcuni esperti altre quattro sculture potrebbero trovarsi nel fondo. Altre ricerche affermano che Tiberio, imperatore romano, vivesse a Capri.
L’imperatore romano amava rilassarsi nuotando nella luce blu della Grotta Azzurra tra i ragazzi e le ragazze, e si narra che coloro che non fossero piaciuti all’imperatore venissero buttati in acqua da una scogliera.
Quindi, il fatto che l’acqua brillasse di blu ha contribuito non solo ad alimentare leggende su streghe e mostri marini che abitavano questa cavità naturale ma anche spiriti e anime dei definiti morti in quelle acque.