La baia di Ha Long è una delle destinazioni preferite dai turisti che decidono di visitare il Vietnam, anche perché offre un paesaggio marino unico, grazie al quale è stata perfino dichiarata patrimonio mondiale dall’UNESCO. Secondo le stime della testata online Halong Bay Tourism, l’arcipelago di isole carsiche, che conta circa 1.500 abitanti, ha accolto quasi 7 milioni di visitatori da tutto il mondo nel 2017, mentre il 2018 si è concluso con un flusso ancora maggiore, pari a 16 milioni di turisti.
Ha Long investe sulla mobilità
Questi numeri e l’intenzione di incentivare ulteriormente il turismo hanno portato all’apertura di un nuovo aeroporto situato direttamente nella baia: il 30 dicembre 2018, infatti, è stato inaugurato l’aeroporto internazionale di Van Don, grazie al quale sarà possibile accorciare considerevolmente le tempistiche necessarie per arrivare sulle isole. Se prima un viaggio del genere richiedeva otto ore perché obbligava a passare per Hanoi, la capitale del Vietnam nonché lo scalo più vicino per i voli internazionali, adesso basterà poco più di un’ora, dal momento che si potrà atterrare direttamente in prossimità delle isole.
Quando sarà pienamente operativo, il nuovo aeroporto collegherà la baia con 35 città, tra cui Hong Kong, Macao e altre 10 città nella Cina continentale.
In concomitanza con l’aeroporto, poi, è stata inaugurata una nuova autostrada lunga 60 km, che riduce a due ore e mezza il tempo di percorrenza tra Hanoi e Van Don, e un porto internazionale in grado di ospitare contemporaneamente due navi da crociera con una capacità complessiva di 8.460 tra passeggeri ed equipaggio.
I rischi per l’ambiente
Queste soluzioni sicuramente contribuiscono a migliorare l’esperienza dei viaggiatori, tuttavia l’aumento eccessivo di turisti potrebbe compromettere l’ambiente incontaminato e il magnifico paesaggio dell’intera baia.
In realtà, già da diversi anni è capitato di sentire lamentele, sia da parte dei turisti sia da parte degli abitanti, relative al sovraffollamento delle isole e alla presenza di rifiuti in mare – specialmente nelle località più gettonate, come Surprise Cave e le spiagge di Coc Cheo e Ang Du. E non sono solo i rifiuti visibili a destare preoccupazione. Secondo la testata online VietNamNet Bridge, nel luglio dello scorso anno l’80% delle acque reflue locali è stato rilasciato in mare senza subire alcun trattamento apposito – il che certamente non fa bene all’habitat marino.
Nello stesso mese, l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha contattato un team di esperti in grado di analizzare la situazione relativa al flusso di turismo e ai rifiuti sul sito dell’UNESCO. I loro risultati, pubblicati il 5 gennaio, concludono che il rapido aumento del numero di visitatori e l’inquinamento hanno danneggiato la reputazione della baia di Ha Long, soprattutto agli occhi degli stranieri.
Le sorti di questa splendida località, dunque, sono ancora incerte. Il motore su cui il paese sta facendo affidamento per crescere e svilupparsi economicamente – vale a dire le entrate date dal turismo – rischia di “incepparsi”. A differenza degli aerei, autobus e navi da crociera che attualmente passano per la baia di Ha Long.