La storia, le leggende e le tappe del nuovo cammino di San Matteo, in Campania.
Un cammino storico e di fede si inoltra nel salernitano, unendo fedeli ed esploratori, lungo il cammino di San Matteo. Un percorso nella bellezza, nella storia e nella natura, che invita a riflettere e a fermare il tempo. Scopriamo, quindi, tutte le informazioni e i dettagli sul sentiero.
Di vie sacre in Italia ce ne sono tante, e tutte immerse nelle bellezze dello stivale. Una delle più emozionanti è quella dedicata a San Matteo, che si estende tra il Cilento e Salerno.
Il sentiero ripercorre la vicenda delle reliquie dell’apostolo Matteo, risalente al periodo del Medioevo.
Una vicenda dove si storia e leggenda diventano una cosa sola, viaggi per mare, rovine archeologiche, furti, vescovi santi, monaci infedeli e antichi codici. Insomma, una storia che pare scritta dal Dan Brown, eppure non è così.
Le reliquie di Matteo si trovano oggi nella cattedrale di Salerno. Vi giunsero un millennio fa dal Cilento, traslate dalle rovine della romana Velia, l’Elea greca. Un percorso che sta diventando una Via sacra, una proposta di scoperta del territorio lungo il cammino dedicato al Santo.
Un cammino che ripercorre le tappe del vescovo di Paestum e di coloro che hanno portato la sacra reliquia del Santo fino a giungere a Salerno.
Il cammino sulle tracce del Santo inizia a Velia, l’odierna località balneare di Marina di Ascea. Da qui, dopo una breve passeggiata si raggiunge il Parco archeologico, situato ai piedi del promontorio.
Qui nel 540 avanti Cristo arrivarono i Focei, popolo di navigatori e commercianti, provenienti dall’Asia minore, in fuga dagli invasori persiani. Infatti, secondo alcune fonti, il corpo di San Matteo sarebbe stato inumato sotto una lastra di marmo, in un’abitazione situata a lato delle Terme romane, e lì sarebbe rimasto per circa cinque secoli.
Da Velia, San Matteo fu traslato nella località “ad duo flumina”, un’isola fluviale formata dall’Alento. Si ipotizza che tale località corrisponda all’odierna Marina di Casal Velino.
Successivamente, le spoglie partirono per l’antica Caputaquis, oggi Capaccio. Tuttavia, il Vescovo di Paestum che seguiva i lavori, decise di far sosta a Rutino, nella Chiesa di San Pietro. Da qui ripartì per la Cattedrale di Capaccio. Il corpo dell’apostolo fu adagiato in un’urna marmorea. Chi entra nella chiesa ex cattedrale, oggi santuario diocesano della Madonna del Granato, può vedere una lapide del 1708 che ricorda la reposizione del Santo.
Ripreso il cammino, le preziose spoglie partirono alla volta di Salerno e nel 954 giunsero in città. Qui furono accolte nella chiesa di palazzo del principe, prima di essere sistemate definitivamente nelle splendide architetture della cripta del Duomo.
Leggi commenti
Le uniche tappe sicure e indiscutibile della Traslatio di San Matteo, sono Salerno, ove si trova la Reliquia e Casal Velino ove si trova la Cappella Ad Duo Flumina da cui tutto parti.
Associazione I Fedeli di San Matteo.