Il tamburo è lo strumento più antico che esista sulla terra e uno dei più importanti per gli Indiani d’America.
Utilizzato tanto nella musica sacra quanto in quella secolare, numerose tradizioni orali definiscono i colpi di tamburo il battito della terra o lo spirito della vita. I colpi di tamburo guidano la musica degli Indiani d’America, per cui è considerato essenziale che ogni ascoltatore oda il suono del tamburo.
Inoltre, è fondamentale che i tamburi accompagnino la voce. Infatti, i due elementi sono strettamente legati tra loro nella cultura degli Indiani d’America, tanto che chi suona il tamburo non è detto suonatore di percussioni ma cantante.
[fonti: Big East Native, Met Museum, Native Languages].
Mentre le varie tribù costruiscono e usano I tamburi in maniera diversa, molti li creano simili nell’aspetto, stendendo pelli di daino finemente acconciate o pelle d’alce su un telaio di legno o un tronco cavo.
Dal momento che il processo di fabbricazione combina elementi di vita animale e vegetale, aria, acqua e fuoco – tutti elementi della terra – ne risulta che ogni strumento rappresenti il cerchio della vita. [fonte: Big East Native].
I tamburi degli Indiani d’America tendono ad essere grandi – due o tre piedi di larghezza – e sono normalmente suonati da gruppi di uomini disposti in cerchio.
Anche i tamburi più piccoli, con una sola facciata, sono usati dagli Indiani d’America, cosi come i tamburi d’acqua, che sono realizzati stendendo uno strato di pelle conciata umida su un piccolo vassoio di legno o una zucca piena d’acqua. Questi tamburi più piccoli sono a volte chiamati “tom-toms” dalle altre popolazioni; “tom-tom” è infatti un antico termine britannico che identificava un tamburo giocattolo per bambini, non è un termine proprio degli Indiani d’America.
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È meglio usare la parola nativi invece di Indiani d’Ameroca