Argomenti trattati
In Messico si trova un’isola raccapricciante piena di bambole impiccate, ma qual è la loro storia? La Isla de las Muñecas terrorizza e incuriosisce tutto il mondo. Scopriamo, quindi, tutte le curiosità sulla macabra isola messicana.
Isola delle Bambole in Messico: la storia
L’Isola delle Bambole, o La Isla de las Muñecas, è un’isoletta situata nei canali di Xochimilco, a sud del centro di Città del Messico. Parliamo di una delle principali attrazioni dei canali messicani, famosa per le bambole impiccate tra gli alberi.
L’isola selvaggia al largo della Città del Messico vanta delle bellezze tipiche dei paesi tropicali, con piante acquatiche, uccelli maestosi e fiori variopinti. Tuttavia, ad oscurare la bellezza dell’isola ci sono loro, le bambole impiccate.
Le bambole di vari stili e colori si trovano in tutta l’isola, e sono state collocate dall’ex proprietario dell’isola, Julián Santana Barrera. Misteri e leggende sono legati alla macabra isola, una delle più terrificanti del mondo.
Leggenda
Ad alcune delle bambole che abitano l’isola manca un braccio, ad altre una gamba, di altre è visibile solo il torso, mentre la testa è conficcata sul ramo di un albero. Dall’occhio cavo di qualche bambola esce un verme, altre invece sono ricoperte dalla muffa. E i loro arti tagliati sono sparsi dappertutto e legati a loro volta a qualche arbusto.
Julián, il proprietario dell’isola credeva che le bambole aiutassero a scacciare lo spirito di una ragazza annegata anni prima. Santana Barrera è morta nel 2001 per un attacco di cuore. Fonti dicono che era vicino allo stesso punto in cui la ragazza è annegata.
Si dice, infatti, che le bambole custodiscano in sé lo spirito della bambina affogata in un preciso punto della laguna nei pressi dell’isola stessa.
La macabra storia
La storia dell’isola vede come protagonista proprio Don Julian Santana Barrera, un contadino di mezz’età che più di 50 anni fa lasciò il suo fazzoletto di terra, abbandonando la moglie e la figlia, per trasferirsi in questo magnifico posto.
Proprio qui, tuttavia, avvenne un tragico evento. Santana vide con i suoi occhi una bambina affogare nelle acque della laguna, e nonostante i suoi tentativi per salvarla, la piccola morì annegata. Tuttavia, la verità secondo molti, inclusi i parenti dell’uomo, è che questa bambina non sia mai esistita, ma fosse solo il frutto della mente folle di quest’uomo.
Pochi giorni dopo la tragedia, Santana trovò una bambola nelle acque della laguna. Alla vista della bambola immaginò dovesse appartenere alla bambina. La legò, quindi, ad un albero come forma di rispetto. L’uomo, nella sua solitudine, si sentiva perseguitato da quella presenza, e cominciò a pensare che lo spirito della defunta fosse presente in quel simulacro infantile. Fu così che cominciò a collezionare bambole di fattura simile e ad appenderle lungo gli alberi dell’isola.
Per 50 anni il contadino ha accumulato bambole raccogliendole dalla spazzatura o dragandole dal canale. Le legava senza aggiustarle o pulirle, ma dedicandogli comunque le sue attenzioni. A un certo punto si vociferava persino che coltivasse i suoi prodotti per nutrirle.
Un giorno Santana fu trovato morto nella laguna, annegato esattamente nello stesso punto in cui la morì la bimba.