Le isole Comore sono un piccolo arcipelago che fa parte dell’Africa Orientale, situato tra le coste del Mozambico, della Tanzania e le propaggini settentrionali dell’isola del Madagascar. Di origine vulcanica sono una meta turistica amatissima, grazie al clima mite, anche se ci sono parti dell’anno in cui è meglio evitare e visitare questo arcipelago e per il mare bellissimo.
Il regime climatico di questo arcipelago è tropicale e quindi è soggetto a fasi stagionali di siccità e piogge intense che rischiano di rovinare una vacanza. Prima di pianificare in viaggio è bene informarsi per scegliere il periodo dell’anno migliore per vedere le bellezze naturali, le spiagge e potersi spostare agevolmente da un’isola all’altra a bordo di piccoli traghetti caratteristici.
Isole Comore, un paradiso tropicale
Le Comore non sono soltanto mare e spiagge mozzafiato, ma anche un arcipelago ricco di una storia lunga e varia.
Nonostante le piccole dimensioni e le bellezze naturali che meritano di essere visitate, si possono ammirare anche i segni delle varie potenze che si sono avvicendate nei secoli, e che ne hanno plasmato l’atmosfera e l’aspetto.
Le isole che formano l’arcipelago delle Comore sono quattro anche se ci sono intorno parecchi salotti minori, e sono di origine vulcanica, con una formazione relativamente recente, e quindi i segni della lava si vedono sparsi ovunque, ed alle ceneri è anche legata la rigogliosità della loro vegetazione.
Per via della dominazione coloniale hanno ancora nomi francesi, anche se dopo la dichiarazione indipendenza hanno assunto nomi in swahili. Nell’ordine sono: Njazidja (Grande Comore), Mwali (Mohéli), Nzwani (Anjouan), e Mahoré (Mayotte).
La storia dell’arcipelago è ricca e pittoresca. La popolazione originale ha raggiunto questo arcipelago nel VI secolo, provenendo dall’Africa, ma nel IX secolo le isole sono state conquistate dagli arabi che hanno iniziato a creare sultanati.
In seguito nel XVI secolo portoghesi francesi olandesi e inglesi hanno trasformato questo arcipelago in una base commerciale per le rotte dirette in India, nel Golfo Persico e nel Sudafrica. Ci sono state anche varie incursioni da parte dei malgasci e di gruppi di pirati e contrabbandieri. Nel XIX secolo la Francia ha sottomesso i sultanati avviato un’economia basata sulle piantagioni che è durata fino al 1975, anni dell’indipendenza.
Quando andare e cosa vedere
Il periodo migliore per visitare l’arcipelago delle isole Comore è durante la stagione secca che va da maggio ad ottobre, mentre in quella piovosa, anche se le precipitazioni non sono molto frequenti, ci possono essere di cicloni. Il clima tropicale, comunque è caldo tutto l’anno, anche se la stagione delle piogge ha una media un po’ più alta, mitigata comunque dal mare.
Sull’isola principale che ospita la città di Moroni si può visitare il centro della capitale, con i suoi pittoreschi edifici coloniali e arabi in una miscela di stili molto esotica.
Sull’isola di Njazidja, dove sorge il vulcano Karthala, il più alto delle isole con i suoi 2300 metri, si possono visitare le spiagge nere anche se sono presenti spiagge bianche, ed è consigliatissimo, anche perché le dimensioni sono davvero esigue, di organizzare un giro lungo le sue coste per godere della sua varietà.
Sull’isola di Anjouan, assolutamente da vedere è la barriera corallina in cui fare snorkeling, e la cascata di Tratringa, visitano anche le città di Mutsadumu ed il parco del Monte Nitringui con il lago Dzialandze, ricco di flora e fauna locali. Infine per gli amanti della storia, da non perdere la città di Bambao, antica sede del Sultanato.
Infine l’isola più piccola, Mwali, con le sue montagne relativamente alte e le coste frastagliate, è il paradiso di chi vuole spiagge, sole e relax, anche se ci sono zone in cui stare attenti perché sono anche aree in cui le tartarughe di mare depongono le loro uova.