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Sono tantissimi gli italiani che negli ultimi tempi hanno deciso di andare a vivere a Baku. Il perché è presto detto: lì, nella regione del Caucaso, le offerte di lavoro non mancano. La capitale dell’Azerbaigian sta vivendo un periodo così intenso, dal punto di vista dello sviluppo economico, che Baku è ormai considerata la nuova terra promessa.
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Immigrazione a Baku
Il lavoro non è l’unica ragione per andare a vivere a Baku. Gli italiani, ora come ora, sono attratti dall’Azerbaigian anche perché la sua Capitale è davvero meravigliosa.
Si tratta di una città sospesa tra il passato ed il presente. Ha un centro storico ma anche una zona moderna avveniristica e ben sviluppata, che non ha nulla da invidiare a città come Londra, New York e simili.
E poi si trova sul mare, che è un ulteriore valore aggiunto. Deve la sua ricchezza attuale, di conseguenza, anche al turismo. Nei mesi caldi dell’anno Baku è difatti costantemente affollata da gente d’ogni nazionalità.
Turisti che, nella maggior parte dei casi, sono alla ricerca di spiagge su cui rilassarsi e di acque cristalline. Acque in cui fare snorkeling ed immersioni e portarsi a casa un ricordo indelebile.
Il fenomeno migratorio verso Baku ha avuto inizio nel momento in cui molti franchising nostrani hanno deciso di colonizzare una terra ancora parzialmente inesplorata. È particolarmente florido il settore energetico, grazie al quale è stato possibile creare nuovi posti di lavoro e dare così un futuro ai migranti provenienti dal Bel Paese. Molte delle aziende che operano nel settore sono addirittura italiane.
Comunità italiana a Baku
La comunità italiana a Baku è vastissima. Tra gente che insegna la nostra lingua al popolo dell’Azerbaigian e ragazzi che servono ai tavoli dei ristoranti per guadagnarsi da vivere, le possibilità d’incontrare qualche conterraneo sono altissime. Chi abita nella città dei venti racconta che gli italiani sono attivissimi.
Sembra, infatti, che trovino sempre un buon pretesto per organizzare una rimpatriata e chiacchierare del più e del meno. Per parlare di quello che hanno lasciato e di cosa hanno trovato. Vale a dire quella stabilità e quell’indipendenza economica che la terra d’origine non è stata in grado di offrir loro.
S’incontrano nelle feste comandate o in quelle legate alla propria Patria. Il 2 giugno, ad esempio, quando l’Italia celebra la sua festa della Repubblica. Ma anche Mondiali di calcio ed europei forniscono agli immigrati che vivono a Baku una buona occasione per radunarsi. Così facendo si socializza e si rende omaggio ai colori della bandiera dello Stivale.
Quanto costa vivere a Baku
Baku è la città dei contrasti. Così come accade a Rio De Janeiro, a pochi metri da un favoloso grattacielo con vista mare è possibile che ci sia un agglomerato di baracche in cui vive gente poverissima. Il costo della vita, in generale, è piuttosto elevato, ma gli stipendi sono naturalmente commisurati.
Gli affitti e i prezzi delle case in certe zone sono addirittura più alti che al centro di Londra. Uno studio recente ha comunque avuto modo di dimostrare che il costo della vita è in calo. Sembra che i prezzi di bollette, case e generi alimentari si stiano gradatamente allineando alla media europea.
La povertà c’è ed è impossibile non notarla. Imboccando le strade periferiche è ovunque. Nelle baracche fatiscenti, nei capannoni in cui i senzatetto dormono e vivono. Ma anche, purtroppo, nella magrezza di certi bimbi che camminano per strada facendo l’elemosina. Chiaramente denutriti e vittime, loro malgrado, di un sistema economico che penalizza un po’ troppo chi non ha un lavoro fisso.
Come trovare lavoro
Chi intende andare a vivere a Baku farebbe bene a prendere contatti con una delle tante agenzie che aiuta gli italiani a organizzare il trasferimento. Danno una grossa mano perché sanno come muoversi e cosa consigliare a chi si rivolge a loro. Se ben inserite nel tessuto urbano, possono addirittura premurarsi di prendere appuntamenti con aziende e società per farvi fare dei colloqui.
Dare da sé un’occhiata agli annunci di lavoro pubblicati sulle piattaforme internazionali è comunque un ottimo punto di partenza. Se ne trovano online ma anche sui quotidiani del posto. Anche lasciare i curricula in sede è un buon modo per darsi da fare.
Sarebbe consigliabile, però, se non si vuole perdere tempo, inoltrare qualche curriculum vitae già dall’Italia. Sarà più alta, facendo così, la possibilità di fare i primi colloqui non appena si arriva in Azerbaigian. Le aziende da tenere maggiormente sotto controllo sono proprio quelle nostrane che, di solito, preferiscono assumere gli italiani. Da prediligere, come detto, il settore energetico. Essendo costantemente in crescita, la possibilità che ci sia sempre bisogno di nuove figure è ragionevolmente alta.
fatto bene bravi
francamente Baku non è una bella città e non ha niente a che vedere con le città europee – il lavoro per gli italiani non esiste , neanche come cameriere ( costano meno i turchi o i locale e conoscono la lingua ) – gli unici italiani che lavorano si trovano nel settore petrolifero (SNAM) . Comunque per migliori informazioni basta contattare la nostra Ambasciata o l’ufficio ITA ( ex ICE ) per sapere se coi sono opportunità. Il paese era interessante circa 15/20 anni fa comunque prima del 2013-2014 perchè dopo , con il crollo del prezzo del petrolio non valeva la pena andarci a lavorare.