Kasbah, le fortezze marocchine.
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È difficile descrivere la bellezza e il fascino del Marocco, un paese dai paesaggi meravigliosi dove il deserto assume un ruolo principe. Il Sahara ammanta le antiche città imperiali del Marocco, da Fez a Marrakesh, per poi celare Kasbah che si mimetizzano con il paesaggio circostante, rivelandosi veri e propri gioielli nel deserto.
Le Kasbah che impreziosiscono il territorio marocchino consistono in palazzi fortificati realizzati, nei pressi di un fiume o un torrente, essenzialmente con paglia e fango, materiali questi che regalano quel colore rossiccio che li fa sembrare come emersi dalle sabbie del deserto.
Sono cinte da mura sulle quali si alternano torrette decorate finemente con motivi propri della cultura berbera. All’interno si nascondono giardini e cortili sui quali si affacciano le eleganti stanze del castello.
La maggior parte delle Kasbah risalgono al 1600 circa e, per via della loro fragilità soprattutto nel corso della stagione delle piogge, sono costantemente soggette ad opere di restauro, proprio come è già avvenuto per un’altra delle bellezze del Marocco, vale a dire i Riad presenti nelle Medine.
In alcuni casi sono state riconvertite in alberghi extra lusso, dove trascorrere un soggiorno degno di “Le mille e una notte”.
In molti casi si parla anche di Ksar: in tal caso si tratta di più ampie cittadelle fortificate che comprendono non solo la Kasbah ma anche altre costruzioni quali botteghe e case.
La Kasbah Telouet sorge nell’omonimo villaggio berbero di Telouet, sull’Alto Atlante, a due passi dalla miniere di sale di Telouet. È altrimenti conosciuta come il Palazzo del Glaoui: il palazzo risale al XIX secolo e si erge, nel più totale silenzio, al di fuori delle più comuni rotte turistiche, al cospetto delle vette perennemente innevate dell’Atlante.
È stato il pascià Glaoui a volerne la costruzione, richiamando cesellatori ed abili artigiani per renderlo sfarzoso: i soffitti delle camere sono in legno di cedro dipinto, i mosaici zellij, le porte intarsiate e colonne mosaicate. Nonostante la Kasbah possa apparire in stato di abbandono, esprime ugualmente tutto il suo fascino.
Il Ksar Ait Ben Haddou è una cittadella fortificata a nord ovest della città di Ouarzazate, dichiarata inoltre Patrimonio Architettonico dell’UNESCO.
Le sue mura, punteggiate di torri realizzate da mattoni di fango, decorate da motivi a zig zag, racchiudono un dedalo labirintico di vicoli sui quali si affacciano la Kasbah, negozietti di artigianato con i loro coloratissimi tappeti, granai, stalle e persino un santuario dedicato al santo Sidi Ali.
L’edificio più importante del Ksar Ait Ben Haddou è il granaio chiamato agadir, raggiungendo il quale si gode di una vista a dir poco spettacolare.
La bellezza di questo Ksar è inoltre dimostrata dal fatto di essere stata scelta come set di famosi film quali Il Gladiatore, La Mummia e Gesù di Nazareth.
Su una piccola altura che domina il fiume Draa e l’omonima valle, sorge la Kasbah Tamnougalt del XVI secolo.
In gran parte non più abitata, questo castello si lascia visitare in ogni suo angolo nascosto nella quiete assoluta che solo il deserto può regalare: vicoli tortuosi, ombrosi e suggestivi passaggi coperti, edifici abbarbicati l’uno sull’altro e torri sulle quali salire in totale solitudine godendo dalla cima della vista più bella sulla Valle di Draa, animata in passato in quanto era attraversata dalla via carovaniera che da Marrakesh arrivavano a Timbuctu.
La Kasbah Amridil si trova nel cuore della spettacolare oasi verdeggiante di Skoura, a due passi dalle spettacolari gole di Dades.
Si tratta di una Kasbah del XVII secolo, in parte hotel e in parte museo visto che all’interno sono conservati oggetti legati alla vita quotidiana di tempi ormai perduti. La particolarità di questa Kasbah, considerata tra la più bella del Marocco grazie alle sue terrazze e ai suoi pittoreschi giardini, sono le sue torri: hanno infatti un aspetto apotropaico, per via della sua forma particolarmente geometrica e per le strane decorazioni realizzate forse per scacciare gli spiriti maligni.