I laghi di Marinello, in Sicilia, sono una riserva naturale che unisce natura, storia e leggenda, e regala momenti indimenticabili. Meta turistica molto apprezzata, i laghetti di Marinello stupiscono e incantano, con la loro particolare forma e lo spettacolo delle isole Eolie all’orizzonte.
Laghi di Marinello, Sicilia: storia e leggenda
La riserva naturale orientata Laghetti di Marinello è un’area naturale protetta che fa parte del comune di Patti, in provincia di Messina. La riserva occupa oltre 400 ettari ed è situata al confine con il piccolo comune di Oliveri, meta turistica amata per la bellezza del suo mare.
I laghetti riposano all’ombra del promontorio del Santuario di Tindari che veglia dall’alto. In più, il santuario è il luogo a cui si collega l’interessante leggenda che ruota attorno alla riserva.
Infatti, questo è meta di pellegrinaggi di fedeli che chiedono aiuto alla Madonna Nera. Secondo la leggenda, una donna perse suo figlio in acqua mentre stava adorando la Madonna di Tindari. Quest’ultima, per aiutarla a recuperare il bambino tra le onde, fece miracolosamente ritirare il mare. La presenza dei laghi ne sarebbe la testimonianza.
Tuttavia, l’origine dei Laghetti Marinello è fatta risalire al 1877.
Della Riserva, poi, fa parte anche la Grotta di Donna Villa, che racchiude un’altra leggenda.
Si tratta di un’incantevole cavità naturale difficilmente raggiungibile in quanto a strapiombo sul mare. Secondo la leggenda, la grotta era la dimora di una maga capace di incantare i marinai e di attirarli a sé per divorarli. Nei rari casi in cui la preda riusciva a scappare dalle sue grinfie, la maga sfogava la rabbia graffiando, con le dita e con una forza inaudita, le pareti della grotta.
Cosa vedere
I protagonisti indiscussi della riserva naturale sono i laghetti, che creano degli specchi naturali della montagna nell’acqua. Tuttavia, i luoghi interessanti da scoprire sono tanti e tutti suscitano forti emozioni.
Molto interessanti sono le grotte, non tutte raggiungibili a causa delle frane degli ultimi anni. Il percorso, poi, porta all’esplorazione della vegetazione, tra natura arida e alberi solitari che ricreano gli scenari del deserto.
Il punto più suggestivo, però, si trova alla punta di Marinello, raggiungibile sia a piedi che attraverso le imbarcazioni che partono da Oliveri: Marinella e Pellicano. Raggiunta l’estremità della lingua di terra ci si ritrova al punto di incontro tra il mare aperto e la conca di Oliveri. Infatti, se da un lato la sabbia degrada rapidamente per incontrare il mare mosso a sinistra, a destra le acque sono calme e più calde.