Una serie tv, ispirata allo splendido romanzo di Elsa Morante, ambientata tra il 1941 e il 1947 a Roma, quando le persecuzioni razziali durante la Seconda Guerra Mondiale e il Dopoguerra mettono in pericolo le vite dei cittadini ebrei in Italia e non solo.
La protagonista è Ida Ramundo, una giovane donna con due figli, che per proteggere la sua famiglia e il suo lavoro da maestra elementare, deve cercare di nascondere le sue origini ebraiche.
Una storia toccante, fatta di coraggio e paura, che ha appassionato il pubblico di ogni età.
Le location di “La Storia”
La fiction è ambientata a Roma, dove in particolare emergono alcuni quartieri iconici: il quartiere dove Ida risiede è il rione popolare di San Lorenzo, in via dei Volsci.
Altri sono le zone più povere della città negli anni del Dopoguerra, ovvero Testaccio, Pietralata e il ghetto ebraico di Roma.
San Lorenzo
Incastonato tra la stazione Termini, l’Università La Sapienza e il Cimitero Monumentale del Verano, San Lorenzo è da sempre conosciuto come la zona più alternativa e creativa di Roma. Infatti girando per le sue viette acciottolate, si possono ammirare murales incredibili, che arricchiscono il quartiere coi loro colori e con i messaggi che vogliono trasmettere.
Durante la Seconda Guerra Mondiale San Lorenzo venne violentemente bombardato: durante il raid aereo, col nome in codice “Milk run“, vennero sganciate su Roma 4 mila bombe con 1.060 tonnellate di esplosivo che provocarono oltre 3 mila vittime, dove il quartiere fu quello maggiormente colpito.
Testaccio
Testaccio si trova nella parte più centrale di Roma, quindi è facilmente raggiungibile, sia a piedi, che coi mezzi.
E’ una tappa immancabile se state visitando la città, per il semplice fatto che è proprio qui che riuscirete a respirare la “romanità” più autentica: i Romani abitano per lo più in questa zona e inoltre qui si trovano negozi di alimentari, osterie e trattorie, abbastanza antichi, dove la tradizione romana è forte.
Pietralata
Pietralata è uno dei quartieri più antichi di Roma, che nasce come latifondo della campagna romana, il cui nome viene registrato già nei più antichi documenti.
Durante gli anni del Fascismo è stato un punto centrale per la Resistenza romana: infatti, presso il Ponte Mammolo, nove partigiani del Movimento Comunista d’Italia-Bandiera Rossa furono trucidati dalle SS.
Il ghetto ebraico
Il ghetto ebraico di Roma affonda le sue radici nel lontano 1555, quando venne fondato da papa Paolo IV: gli ebrei romani, da quel momento, vennero privati di tutti i loro diritti e rinchiusi letteralmente nel ghetto.
Originariamente, infatti, era dotato di soli due accessi, uno per l’entrata e l’altro per l’uscita. A ciò si aggiunse una serie di regole: obbligo di residenza nel ghetto e di indossare un simbolo distintivo, proibizione di possedere immobili e, ancora, di commerciare qualsivoglia merce fatta eccezione che per gli indumenti.
Il momento più grave e drammatico del ghetto fu il 16 ottobre del 1943, quando alcune truppe naziste piombarono nelle case ebree per prelevare persone innocenti: da lì migliaia di ebrei vennero trasportati ad Auschwitz, andando incontro ad un destino crudele e immeritato.