I registi erano indecisi tra l'Argentina e il Sudafrica,che è stata scelta con la città di Cape Town: ecco la location delle riprese.
“Safe House” è un thriller d’azione del 2012, che vede la partecipazione di diverse stelle del cinema, tra cui Denzel Washington e Ryan Reynolds.
Il protagonista è Matt Weston, giovane agente della CIA, a cui è stata assegnata una safe house a Cape Town, ovvero un nascondiglio, è infelice del lavoro noioso che gli è stato assegnato.
Il film prende una svolta importante quando in città arriva Tobin Frost, ex agente della CIA, ora un traditore e un criminale a piede libero.
Frost sta scappando dagli scagnozzi del misterioso Emile Vargas e per mettersi in salvo si consegna al consolato americano, dove viene preso in custodia dalla CIA e portato nella safe house dove lavora Weston.
Ma la cosa non funziona: irromperanno nell’edificio uccidendo tutti tranne Frost e Weston. Dopo essere riusciti a fuggire, i due si trovano quindi costretti a fare squadra per riuscire a salvarsi. Ma ben presto una scomoda verità verrà a galla…
Inizialmente i registi erano indecisi tra l’Argentina e il Sudafrica, ma alla fine ha convinto la seconda opzione, con la città di Cape Town, che la troupe ha visitato per facilitare il processo di ripresa.
Il centro della città, conosciuto come il City Bowl, riflette l’essenza di questa vivace città sudafricana, con la sua energia giovanile.
L’architettura è frutto del mix di culture e popoli che sono passati per Cape Town, influenzandola ognuna a suo modo. Il bello è che si possono ammirare edifici contrastanti tra loro, ma che sanno creare comunque armonia.
A Cape Town potrete anche godere della natura del posto: infatti poco distante si trova la famosa Table Mountain, che si può raggiungere con la funivia, per apprezzare una vista mozzafiato, specialmente al tramonto o all’alba.
Per immergersi completamente nel vivo della cultura sudafricana c’è il quartiere di Bo Kaap: qui le case sono dipinte in tonalità vivaci, con rosa, verdi, blu, viola e altre sfumature splendide.
In passato era un’area degli alloggi degli schiavi e gli occupanti hanno dipinto le loro case come espressione di libertà. Molti dei residenti di oggi, invece, sono musulmani.