Un viaggio nella vita e nelle scoperte della professoressa Spillantini, pioniera nella lotta contro Alzheimer e Parkinson.
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Maria Grazia Spillantini è una figura di spicco nel campo della neurologia molecolare, attualmente docente all’Università di Cambridge. Nata nel 1957 a Arezzo e cresciuta a Caprese Michelangelo, ha dedicato la sua vita alla ricerca sulle malattie neurodegenerative, in particolare Alzheimer e Parkinson.
La sua carriera è stata segnata da importanti collaborazioni, tra cui quella con la Premio Nobel Rita Levi Montalcini, che ha influenzato profondamente il suo percorso professionale.
Il cammino di Spillantini nella ricerca è iniziato con gli studi di Biologia a Firenze, dove ha sviluppato una passione per la scienza.
Dopo aver lavorato in vari istituti di ricerca in Europa, ha ottenuto una borsa di studio per il prestigioso Medical Research Council di Cambridge. Qui, ha contribuito a scoperte fondamentali riguardanti le proteine coinvolte nelle malattie neurodegenerative, come la proteina Tau e l’alfa-sinucleina, che sono ora al centro degli studi per lo sviluppo di terapie efficaci.
Nel suo laboratorio, Spillantini guida un team di ricercatori impegnati a comprendere le cause delle malattie di Alzheimer e Parkinson. La sua ricerca si concentra sull’identificazione di aggregati proteici tossici che danneggiano le cellule cerebrali. Spillantini sottolinea l’importanza di investire nella ricerca scientifica, non solo per trovare cure, ma anche per mantenere l’Italia competitiva a livello internazionale. La sua esperienza all’estero le ha permesso di osservare come la meritocrazia possa fare la differenza nel campo della scienza.
Spillantini esprime preoccupazione per la fuga di cervelli dall’Italia, attribuendo questo fenomeno alla mancanza di opportunità e valorizzazione per i talenti. Secondo lei, è fondamentale aumentare i fondi per la ricerca e garantire stipendi adeguati per attrarre e mantenere i migliori ricercatori nel Paese. La sua storia è un esempio di come la passione e la determinazione possano portare a risultati straordinari, ma evidenzia anche le sfide che i giovani scienziati devono affrontare.