Miti e leggende, storie e tradizioni del popolo italiano, con particolare attenzione ai luoghi misteriosi e alle curiosità che lo interessano.
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Miti e leggende fanno parte del patrimonio artistico e culturale italiano. Spesso si integrano talmente bene nella storia delle città e delle popolazioni da non riuscire più a cogliere il confine laddove inizia l’una e finisce l’altra.
Ma i miti e le leggende non sono più solo belle storie da leggere e raccontare, ma tutto il contrario! Se spesso questi racconti sono nati dall’intenzione di tenere lontani i curiosi da alcuni luoghi, oggi sono proprio questi racconti ad attrarre un vasto pubblico di visitatori interessati a far luce sui misteri e i miti o, più semplicemente, desiderosi di lasciarsi trasportare in un mondo più lontano possibile dalla realtà.
Se anche voi siete interessati a saperne di più a riguardo, allora seguite questa nostra piccola guida in giro per l’Italia alla scoperta dei principali miti e leggende.
Di città scomparse è pieno il mondo.
Si tratta di centri abitati che tutto a un tratto hanno smesso di esserlo, che si sono svuotati dei loro abitanti senza un motivo apparente. In molti si chiedono la ragione per la quale queste città sono state abbandonate fino ad essere dimenticate e a scomparire. In certi casi questo è e rimane un mistero, un mito, una leggenda.
In Italia il caso probabilmente più eclatante e misterioso è quello che riguarda il sito di Barumini, situato in Sardegna. Si tratta di un villaggio nuragico che, fondato e costruito tra il 1500 e il 500 a.C., portava il nome di Su Nuraxi. Fu riscoperto soltanto nel 1949 e al giorno d’oggi rappresenta il più importante complesso nuragico sardo. Ancora oggi, però, rimane aperto il mistero sulla funzione alla quale fossero destinate le costruzioni, che presentano una pianta innegabilmente strana. Un’altra incognita che affanna gli studiosi è quella che riguarda i motivi per i quali la città fu abbandonata.
Anche i luoghi abbandonati attirano ogni anno una lunga sfilza di curiosi che vi si recano in cerca del brivido dell’avventura. Spesso collegati a miti e leggende dai toni cupi, questi luoghi rimangono affascinanti attrattive per i turisti più curiosi. Vediamo insieme alcuni dei luoghi abbandonati più suggestivi d’Italia.
Iniziamo parlando di quello che originariamente era il Cementificio dei Fratelli Pesenti, situato ad Alzano Lombardo. Questo cementificio è stato sottoposto nel 1980 a vincolo di tutela in quanto monumento di archeologia industriale. Effettivamente è possibile parlare di un complesso architettonico unico: sorto nel 1883 col tempo ha ingrandito le sue dimensioni fino a raggiungere quelle definitive di 25000 metri quadrati. Pian piano la struttura è andata progressivamente in disuso ed oggi è in stato di abbandono. Molti comunque sono i visitatori che si cimentano nella visita alla struttura che, però, è molto pericolosa a causa delle tante aperture delle pavimentazioni, ma la suggestione è sicura.
La facciata è arricchita da pregevoli e ricchi ornamenti; i percorsi aerei che trasportavano i materiali sono ancora in piedi, sostenuti da bellissime arcate in cemento armato; la parte alta è arricchita da splendidi colonnati in stile dorico.
Esplorando la parte inferiore sembra invece di trovarsi in suggestive miniere, dove la luce che filtra dai buchi nel soffitto illumina infiniti colonnati e archi che si perdono in lontananza.
Sul retro è presente una balconata dalla quale è possibile ammirare il complesso dei passaggi aerei che trasportavano il materiale, raggiungere le ciminiere e i tetti per ammirare tutto l’edificio nella sua interezza.
Un altro luogo abbandonato molto suggestivo è situato nei pressi di Siena, in Toscana, l’Abbazia di San Galgano. Suggestivo edificio in stile gotico, che suscita grande fascino durante le visite. A differenza di molti edifici abbandonati, l’abbazia di San Galgano ospita delle visite guidate, anche serali (la biglietteria chiude alle 23). Questa maestosa abbazia venne fondata dai monaci cistercensi nel 1218 e terminata nel 1262 per accogliere i numerosi pellegrini che si recavano all’eremo di Montesiepi. Godette di grande potenza e splendore ma ben presto iniziò la sua decadenza. Fu nel 1786, con il crollo del campanile, che il monastero venne completamente abbandonato e solo di recente il sito è stato rimesso in sicurezza.
La peculiarità di questa abbazia è quella di essere priva della copertura, una caratteristica che la accomuna ad alcuni templi pagani. Grazie a questa proprietà, visitandola dopo il tramonto, è possibile godere dell’incantevole vista del cielo stellato dall’interno dell’imponente chiesa gotica.
Se poi vi rimarrà del tempo, sappiate che a pochi metri si erge l’eremo di Montesiepi dove è custodita la tomba di San Galgano e la famosa spada nella roccia, conficcata, secondo il mito, dallo stesso San Galgano nel giorno in cui decise di rinunciare alla propria vita di agi.
Ritornando al tema principale, di miti e leggende è piena e ricca ogni città e paese dell’Italia. In lungo e in largo non esiste un posto in cui gli abitanti non abbiano qualche strana storia da raccontare. Ne esistono un po’ di tutti i tipi: antichi fantasmi, spiriti della foresta, angeli del cielo e così via… Noi abbiamo scelto di proporvene qualcuna, scegliendo tra quelle nelle quali è più probabile che vi imbattiate prima o poi.
Iniziamo il nostro percorso tra le leggende italiane dalla Campania e, in particolare, dalla città di Napoli. Come molti di voi sapranno Napoli è anche detta Partenope. Partenope era una fanciulla dell’antica Grecia innamorata del giovane Cimone, ma il padre di lei non era d’accordo. Così un giorno i due decisero di fuggire per poter vivere il loro amore. Al loro arrivo sulla nuova terra, la natura cominciò a produrre una florida vegetazione. La voce di questo prodigio si sparse in tutto il Mediterraneo e in molti vi si trasferirono. Alla città, dunque, fu dato il nome della fanciulla.
Il simbolo tradizionale del corno a Napoli affonda le sue radici lontano nel tempo. Intorno al 3500 a.C., gli abitanti della capanne erano soliti appendere sulla porta delle loro casa un corno, simbolo di fertilità. Allo stesso modo erano soliti offrire dei corni alla dea Iside affinché assistesse gli animali nella procreazione. Dall’epoca medievale in poi, invece, il corno per portare fortuna doveva essere necessariamente rosso e realizzato a mano. Il rosso era, infatti, il simbolo della vittoria sui nemici e la manualità era legata alla credenza per cui ogni talismano acquisisce poteri benefici dalle mani che lo producono. Pensate che sia finita qui? Tutt’altro! Secondo la scaramanzia napoletana, infatti, il corno deve essere un regalo ed esteticamente deve presentarsi rigido, cavo al suo interno, a forma sinusoidale e a punta.
Anche la capitale, Roma, non è esente da miti e leggende. Se volessimo elencarle tutte non basterebbero pagine e pagine. A partire da quelle più famose, come ad esempio i miti della fondazione, fino a quelle più remote, la città ne è piena. Uno dei posti più suggestivi a Roma è di certo la bocca della verità, anche se spesso rimane uno dei luoghi meno affollati dai turisti. La leggenda vuole che apponendo la mano al suo interno, chi avesse dichiarato il falso, avrebbe visto il suo arto staccarsi di netto. In realtà si nasconde un fondo di verità. Nel Medioevo, infatti, un boia rimaneva posto strategicamente dietro la maschera, tagliando così la mano a tutti coloro accusati di pronunciare troppe menzogne.
Mettendo di lato i miti, concentriamoci sulle civiltà storiche che hanno abitato l’Italia nel corso della sua lunga e gloriosa storia.
Si tende per lo più a ritenere che la storia italiana abbia inizio con l’ascesa del popolo romano. Ma non è per nulla così. Prima, infatti, l’Italia era suddivisa in territori spartiti a quelli che passano alla storia sotto il nome di popoli italici (Fenici, Etruschi, Umbri, Sabini, ecc…).
Nell’VIII secolo a.C. iniziarono le incursioni da parte dei Greci e, secoli dopo, si ebbe l’ascesa dei Romani. Ma in seguito alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’Italia fu presa d’assalto dalle popolazioni barbariche.
Insomma l’Italia ha subito invasioni e integrazioni a non finire nel corso dei secoli passando dai Goti e i Longobardi fino ai Normanni, e poi ancora agli Angioini e agli Aragonesi, dagli Spagnoli ai Francesi e agli Austriaci.
In realtà le vicissitudini dei secoli hanno portato a talmente tanti eventi che non possiamo parlare di civiltà, né distinguerle. Le loro sfumature si perdono nel tempi e a noi non resta che parlare di un unico e solo grande popolo, quello italiano!