Tutti i sentieri adatti ai diversi livelli di esperienza tra i Monti della Meta, tra panorami naturali e vedute incredibili in Abruzzo.
Esplorare i Monti della Meta è un’esperienza indimenticabile percorrendo uno dei numerosi sentieri che attraversano i panorami più incredibili dei Monti Marsicani. Vediamo, quindi, quali sono i più bei percorsi da intraprendere al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise.
I Monti della Meta sono una breve catena montuosa che fa parte dei Monti Marsicani, al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise. Questi, inoltre, appartengono alla dorsale occidentale dell’Appennino centrale abruzzese, lungo lo spartiacque appenninico. Il nome, infatti, deriva dalla cima più appariscente, il monte Meta.
Questa destinazione è ideale per gli amanti del trekking e delle lunghe passeggiate in mezzo alla natura, con percorsi adatti a tutti i livelli di esperienza.
Vediamo, quindi, quali sono gli itinerari più belli da non perdere lungo i Monti della Meta.
Uno dei percorsi più interessanti è quello che raggiunge la vetta del monte Meta ed è indicato per gli escursionisti più esperti. Infatti, il tracciato presenta la difficoltà EE. L’anello conta circa 15 chilometri, con un dislivello di 970 metri.
La Meta, che raggiunge quota 2242 metri di altitudine, è la terza cima del parco. Si tratta di un trapezio roccioso che si erge improvvisamente dal verde dei prati, inserito in un contesto paesaggistico di rara bellezza. L’itinerario attraversa una favolosa faggeta di esemplari secolari e prosegue in un ambiente alpino tra detriti, ghiaioni, piccoli nevai ed enormi blocchi calcarei con affacci sui boschi della Val Pagana e le cime della Metuccia. Dalla vetta si gode di un panorama a 360° con vista che spazia dall’isola di Ponza alle cime del Gran Sasso, dal Vesuvio alla Majella. Inoltre, la vetta offre un privilegiato punto d’osservazione su tutto il gruppo delle Mainarde e sui Monti della Meta, zona di riserva integrale del parco. Di interesse storico invece sono il Passo dei Monaci, a 1986 metri. Si tratta di un antico collegamento tra Lazio e Abruzzo, sfruttato in passato da mercanti, pastori e monaci benedettini, e i ruderi del fortino, vecchia casermetta utilizzata nella seconda metà dell’Ottocento sia per vigilare sulle bande di briganti che in quel periodo si rifugiavano sui monti per fuggire all’assedio della Guardia Nazionale e sia per assicurare il passaggio a chi si dirigeva verso il passo.
Per l’itinerario è consigliabile portare: zaino, scarponi da montagna, bastoncini da trekking, abbigliamento a strati, mantellina per la pioggia, macchina fotografica, binocolo, guanti e berretto, crema solare, pranzo al sacco e acqua.
Vengono, inoltre, organizzate escursioni di gruppo con esperti che guidano al sentiero.