La Scozia è una terra aspra e selvaggia, che persino i romani rinunciarono a cercare di conquistare preferendo innalzare un muro per tenere lontani i suoi feroci abitanti. Il paesaggio per millenni ha forgiato le tribù di questa terra ed a tutt’ora poco è cambiato.
Il clima è freddo e piovoso, e le montagne, per gli standard britannici sono alte ed impenetrabili,. Con profonde vallate scavate da antichi ghiacciai, forme arrotondate e pochissima vegetazione che non sia erbaccia e bassi cespugli di erica.
Per il turista moderno invece, questo paesaggio duro è una meta affascinante ed irresistibile, con bellezze mozzafiato e scorci che sembrano infiniti. Molti scelgono di visitare le città della Scozia, ma in pochi resistono alla tentazione di visitare i monti della Scozia.
Le Highlands e le Uplands, immerse nel silenzio e indomite, punteggiate di piccoli cottage di sasso e villaggi che a volte sembrano uscire direttamente dal medioevo.
I monti della Scozia
I monti della Scozia sono antichi e in larga parte inesplorati, perché questa terra selvaggia in passato aveva ben poco da offrire, salvo spazi per far pascolare le pecore e miniere. Qua si trovano le zone più dure e difficili della Gran Bretagna, e spesso le strade percorrono chilometri nel nulla più assoluto, arrampicandosi per i crinali.
Il Ben Nevis è la montagna più alta del Regno Unito con 1375 m di altezza, ma quel che conta qua non è l’elevazione, ma il paesaggio incredibile in cui i rilievi sono immersi. Per l’alpinista moderno, ma anche per chi ha un po’ di esperienza nel trekking, gran parte delle montagne sono piuttosto facili da affrontare, specie nella bella stagione, che qua vuol dire che piove un po’ meno e il gelo non entra nelle ossa.
Nelle Southern Uplands, il paesaggio è collinare, selvaggio e particolari. Fra queste vanno segnalate il Merrick, poco più baso del Munro, nel Dumfries & Galloway, e poco lontani i profili del Moofoot e delle Lammermuir che attraversano tutta la Scozia, con più di 340 km di colline da affrontare.
A nord, nei pressi della costa sorge lo Stac Pollaidh, che all’inizio è una semplice collina piuttosto facile, mentre arrivando verso la vetta si deve essere preparati ad usare le mani, oltre che i piedi, per affrontare le sue asprezze. Dalla cima si vede tutto il paesaggio punteggiato di rari boschetti e Loch, i caratteristici laghi di questa regione.
Munro, Corbet e Graham
Negli anni che vanno dalla fine del settecento in poi, però, la Scozia con i suoi paesaggi ha iniziato ad attrarre turisti e viaggiatori e molti si sono dedicati all’esplorazione delle zone più isolate alla scoperta di laghi e valli dimenticate e di scorci incredibili sotto un cielo plumbeo.
La Scozia, nella sua fierezza ha molti monti che sono rimasti inesplorati per migliaia di anni, fino a quando nel tardo ottocento Sir High Munro non si è messo ad affrontarle, una alla volta, scegliendo le più affascinanti e riportandole in un suo personale catalogo. Qua spicca il Ben Lomond a nord di Glasgow. Sull’isola di Skye ci sono ben 12 montagne catalogate da Munro, alcune davvero impegnative, anche con mezzi moderni.
Il Cobbler, il Ben Ledi e l’Arkle sono sicuramente i tre Corbett più interessanti, con altezze che vanno dai 762 m ai 914 m di altitudine e sono piuttosto impegnativi, anche se meno dei Munro, che raggiungono anche i 950 m.
I monti Graham, invece, sono molto più abbordabili, fra i 610 m e i 761 m, adatti per escursioni in un paesaggio mozzafiato, ma meno faticose. Le più famose sono sicuramente la Tinto Hill, Marsco nell’isola di Skye e Suilven nella parte più settentrionale di questa terra aspra e difficile.
I monti, poi, sono alternati da valli con un’aura assolutamente magica, punteggiate da loch e piccoli villaggi, molto radi a dire il vero, dove il tempio sembra essersi fermato, in un paesaggio brullo e spoglio.