Uno dei posti più belli e "misteriosi" da visitare in Scozia è senz'altro Loch Ness.
Da quasi un secolo l’esistenza o meno del mostro di Loch Ness ha occupato pagine intere di giornali, appassionando milioni di persone in tutto il mondo. Di recente la scienza sembra abbia messo finalmente un punto fermo sulla vicenda, anche se sono ancora in tanti a credere nell’esistenza reale di un mostro all’interno delle acque del Loch Ness, un lago situato poco più a sud della città scozzese di Inverness, nella regione delle Highlands.
Il primo racconto che attesta dell’esistenza del mostro di Loch Ness risale agli inizi della seconda metà del VI secolo, quando un monaco irlandese descrisse il funerale di una persona che abitava lungo le sponde del fiume Ness, dopo essere stato ucciso da quella che venne definita la prima volta come una selvaggia bestia marina.
Stando al racconto del monaco irlandese, ci vollero le preghiere di Columba di Iona (monaco che introdusse il cristianesimo in Scozia) per allontanare il pericoloso animale.
Ma è nella prima metà del Novecento che la leggenda del mostro di Loch Ness assume una popolarità enorme. Infatti, dal 1930 in avanti, si registrano frequenti avvistamenti del mostro, molti dei quali però (si scoprirà successivamente) erano da catalogare tra le bufale. A tal riguardo, è passata alla storia la foto del chirurgo, un’immagine scattata da Robert Kenneth Wilson nel 1934, poi rivelatasi un falso.
Un anno prima (1933), Hugh Gray scattò una foto dove è ritratta una strana figura sinuosa muoversi sul lago. Ad oggi nessuno l’ha mai constato come un falso, anzi. Infatti, analizzando l’immagine di Hugh Gray, Roland Watson (ricercatore) ha spiegato come sul lato destro della foto sia visibile una forma che ha tutte le sembianze della testa di un’anguilla. A distanza di più di mezzo secolo, la tesi di Roland Watson potrebbe essere quella più fondata tra le tante propinate in oltre 70 anni di storia.
Nell’immaginario collettivo, il leggendario mostro di Loch Ness è legato alla figura del Plesiosauro, un dinosauro caratterizzato da un collo molto lungo e dalla testa piccola, che in teoria si sarebbe però estinto alla fine del cosiddetto periodo Cretaceo.
Nel corso del primo avvistamento datato al 1933 e con protagonisti i coniugi Mckay (coppia di ristoratori presso la località Drumnadriot) la descrizione dell’animale combaciava appunto con il Plesiosauro.
Secondo gli zoologi, il mostro di Loch Ness non esiste e non è mai esistito. Un giudizio netto, fondato su due elementi fondamentali. Il primo è l’assenza di tracce. Gli zoologi affermano che se davvero Nessie (come viene chiamato dagli scozzesi) fosse esistito avrebbe comunque lasciato qualche traccia della sua esistenza. Il secondo elemento riguarda l’impossibilità per una famiglia di predatori delle dimensioni di Nessie di sopravvivere così a lungo in un lago tanto piccolo, citando la ben nota piramide alimentare.
Nel settembre 2019 ha avuto grande copertura mediatica la conclusione di una ricerca scientifica volta a dimostrare l’esistenza o meno del mostro di Loch Ness. Secondo il team di scienziati coordinato dal noto esperto di genetica neozelandese Neil Gemmell, Nessie sarebbe un’anguilla gigante.
La prova regina deriverebbe dal DNA prelevato direttamente da Neil Gemmell, che ha invece escluso la presenza di qualsiasi dinosauro nel fondale del gelido lago scozzese Ness. Dunque, gli abitanti che negli anni Trenta avevano avvistato a più riprese il misterioso animale in realtà si sarebbero imbattuti in un’anguilla di proporzioni enormi.