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Murano è la più nota tra le isole della laguna veneta, poco distante dall’incantevole Venezia. La sua fama deriva principalmente dalla lavorazione del vetro, per il quale è famosa in tutto il mondo: nelle nove isolette che sono attraversate da un caratteristico canale, si tramanda da generazioni, una grande tradizione artistica, che racchiude in sé lo spirito dei muranesi.
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Tra artigianato e arte romanica, Murano è una meta obbligatoria per chi visita lo splendore della città di Vivaldi e ha voglia di conoscere la produzione vetraria di quest’isola unica al mondo.
Cosa vedere a Murano
La vita e la tradizione culturale della piccola isola di Murano ruota intorno alle fornaci, all’interno delle quali vengono realizzate piccole e grandi opere d’arte venduti in tutto il mondo. La particolarità è ovviamente il materiale: il vetro e la sua eleganza trascendentale.
Murano è caratteristica anche per la sua somiglianza con la più grande Venezia: l’insieme delle sue 9 piccole isole possono essere facilmente percorribili a piedi e sono unite da ponti con in mezzo il Canal Grande; da questo deriva il soprannome di “Piccola venezia”.
Passeggiando tra le particolari casette colorate, i ponticelli sui canali e le botteghe che vendono vetro soffiato, ciò che si respira è il senso spiccato di una tradizione che, nonostante la velocità dei tempi, rivendica una pazienza naturale, che è il solo strumento per realizzare l’opera d’arte.
A Murano non può mancare una visita al Museo del Vetro, alla chiesa di San Donato e una delle fornaci per vedere da vicino come nasce il vetro soffiato.
Museo del vetro
Il Museo Vetraio di di Murano, è uno dei luoghi più importanti dove ammirare gli straordinari capolavori di arte vetraria risalenti al 300 al 900.
Situato nell’antico Palazzo dei Vescovi di Torcello, il museo fu fondato in seguito alla più grande crisi del settore che Venezia abbia mai conosciuto e che corrispondeva alla produzione di cristalli Swarovski, Anche la caduta della Repubblica e le dominazioni straniere non furono d’aiuto al mercato del vetro.
Non appena la crisi fu superata, il rilancio dell’arte vetraria ebbe la priorità assoluta. Fu Antonio Solleoni, sindaco dell’isola che, assieme all’abate Zanetti diedero vita alla realizzazione di un archivio che conservasse tutti i documenti reperibili sulla storia dell’isola.
Non passò molto tempo, perché quest’archivio fosse riconvertito in Museo, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, grazie anche alle molte donazioni da parte dei maestri vetrai che, grazie a questa ripresa poterono tornare a lavorare e produrre.
In seguito all’annessione, nel 1923, dell’isola di Murano a Venezia, il Museo entrò a far parte della rete di Musei Civici Veneziani con l’introduzione di una sezione archeologica, al cui interno sono conservati dei reperti che provengono dalla necropoli di Enona.
Ancora oggi il museo non smette di crescere, grazie alle donazione da parte dei Maestri che va ad ingrandire sempre più la raccolta contemporanea e permettono apprendere di più su come si realizza il vetro.
All’interno Museo del Vetro di Murano è possibile ammirare il “Libro d’Oro” in cui si trova l’iscrizione delle famiglie dell’isola, che all’epoca lavoravano il vetro e che col tempo hanno fondato alcune delle fabbriche più note nel mondo, secondo una tradizione che si tramanda di padre in figlio.
Faro di Murano
L’isola di Murano, nonostante la sua posizione interna rispetto al mare, possiede uno splendido e imponente faro, realizzato con il marmo d’Istria.
Risalente al medioevo il faro aveva il compito di illuminare la laguna, utilizzando un complesso gioco di specchi per potenziare al meglio il fascio di luce che, allora, veniva realizzato con una serie da fuochi accesi in cima al faro, la cui punta era di legno.
Tale potenza permette tutt’ora al faro di proiettare la sua luce proprio al centro della Bocca di Porto del Lido ed è un aiuto importante per le imbarcazioni che rientrano la notte.
Duomo di Murano
In principio Murano aveva una notevole presenza di chiese; ne contava ben 18 tra conventi e monasteri ed edifici ecclesiastici. Dopo l’avvento di Napoleone Bonaparte sull’isola, ne restarono solo tre, mentre le altre furono distrutte e saccheggiate.
La prima chiesa la più importante è il Duomo; ossia la Basilica dei Santi Maria e Donato. Questo esempio di architettura romanica, fu in principio dedicata alla vergine e solo in seguito le fu affiancato il nome di San Donato ,dopo che, nel 1125 vi furono portate le spoglie mortali del santo, in seguito alla conquista di Cefalonia.
I restauri che sono stati fatti nei secoli, hanno alterato il disegno iniziale, dando però origine a un modello di abside molto particolare, perché rivolto verso le fondamenta. Da questa prospettiva è più naturale ammirare il pavimento a mosaico, che ricalco uno stile analogo a quello presente nella Basilica di San Marco e, che si pensa sia contemporaneo alla realizzazione della prestigiosa basilica.