La storia del Muro di Berlino è una delle più importanti dell’Europa del XX secolo che, con la sua caduta, ha segnato la fine di un periodo triste per la Germania. Un’opera che ancora oggi è un simbolo della città, nonché un promemoria che ricorda di non commettere gli errori del passato.
Muro di Berlino, la caduta: storia
Per comprendere la caduta del Muro bisogna premettere che poco prima della fine del secondo conflitto mondiale, la città di Berlino venne suddivisa in quattro settori. Questi erano controllati e amministrati dall’Unione Sovietica, dagli Stati Uniti d’America, dal Regno Unito e dalla Francia.
Il settore sovietico era il più esteso e, nel 1948 ci fu quello che venne chiamato il blocco di Berlino da parte dell’Unione Sovietica.
Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente in tutti i settori. Tuttavia, con lo sviluppo della guerra fredda i movimenti vennero limitati. Così, il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952 e l’attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,6 milioni di tedeschi dell’est passarono a ovest tra il 1949 e il 1961.
Per fermare l’esodo delle persone dalla Germania Est, il regime comunista costruì un muro attorno ai tre settori occidentali, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961. Inizialmente la barriera di confine consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono a essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra. Il muro divideva fisicamente la città e trasformò i tre settori occidentali in un’isola rinchiusa entro i territori orientali.
Il Muro di Berlino era una cinta muraria costruita dai sovietici. La Germania Est sostenne che si trattava di un “muro di protezione antifascista” inteso a evitare un’aggressione dall’Ovest.
Simbolo della Guerra Fredda
La prospettiva di vita della Germania est era molto più invitante di quella della Germania ovest. Per tale motivo, migliaia di persone tentarono di attraversare il muro, alcuni morendo nel tentativo, tanto che il muro divenne il simbolo della Guerra Fredda.
A scalfire il muro furono le proteste dei cittadini contro la Repubblica Democratica Tedesca, nota come DDR. La risposta fu che si poteva di nuovo viaggiare liberamente verso la Germania ovest.
Il 9 novembre del 1989 i berlinesi accorsero armati di piccone per demolire una volta per tutte l’odiato muro. Il crollo fu interpretato come un segno della fine della divisione in due blocchi dell’Europa.
La caduta del muro fu un momento di grande festa per gli abitanti di Berlino, che si riversarono per le strade della città in quello che probabilmente fu uno dei festeggiamenti spontanei in città più grandi della storia.
Poco meno di un anno più tardi, il 3 ottobre del 1990, la Germania venne definitivamente riunificata. Assunse, così, i connotati che conosciamo oggi di ‘Repubblica Federale di Germania’.