Museo della tortura, dimostrazione della crudeltà dell'uomo nel passato.
Affascinante, nonostante il senso di inquietudine che riesce a suscitare in chi lo visita, un museo della tortura raccoglie e racconta esempi di un passato in cui la sofferenza veniva inflitta in modo quasi ricercato.
In Italia si possono trovare diversi musei della tortura, ciascuno strutturato in modo da spiegare al visitatore, con diverse metodiche, pagine di storia non edificanti, ma comunque facenti parte del nostro passato.
Una visita a questi luoghi non lascia indifferenti. E’un modo un po’ diverso dal solito per conoscere come, soprattutto nel Medioevo, il potere del regime utilizzasse sistemi dai più semplici a quelli più sofisticati per infliggere torture.
Oggi riteniamo di aver superato quel periodo buio, ma in realtà la sottile vena da carnefice che alberga negli individui studia sistemi più sofisticati e tecnologici per arrivare allo stesso scopo.
Conoscere il passato attraverso testimonianze di questo genere non è soltanto una forma di curiosità, ma è utile per comprendere e discernere il buono dal cattivo, la giustizia dalla prevaricazione. L’ideazione di pratiche dolorose ed umilianti, a volte mortali, è la conseguenza della non accettazione delle opinioni diverse dalle proprie.
Sono diversi i musei della tortura ubicati sul territorio italiano. Musei permanenti si trovano in centro Italia, a San Gimigniano, Volterra, Siena, Lucca e Montepulciano. Vi si possono osservare oggetti destinati a procurare sofferenza come gabbie pensili, giubbotti chiodati, sedie inquisitorie, flagelli a catena, cinture di castità e tanti altri oggetti inquietanti.
La sala della morte, la maschera del boia e vari strumenti di umiliazione pubblica sono esposti nelle sale e sono illustrati con dettagliate spiegazioni sul modo in cui venivano usati. Alcuni oggetti sono molto esplicativi, altri hanno utilizzi non facilmente intuibili, come il banco di stiramento.
A Napoli, il museo della tortura si trova nel centro storico e possiede un assortimento davvero interessante di strumenti utilizzati per infliggere patimenti. La città mostra con soddisfazione un’ampia collezione di questo genere di oggetti, anche per testimoniare la coraggiosa scelta del territorio di opporsi all’insediamento dell’inquisizione.
Non lontano da Napoli, sull’isola di Ischia, si può ammirare una collezione di strumenti di tortura che vanno dal XV al XVII secolo. Il palo della morte e lo spezza-cranio sono spaventosi già soltanto a guardarli, ma si può anche avere una dimostrazione del loro utilizzo, per comprenderne in ogni dettaglio la perfidia.
Scendendo verso sud, a Matera si trova un museo che raccoglie più di cento reperti originali dei secoli XVI e XVII. Molti di questi sono stati creati ed utilizzati in nome del credo religioso e ancora oggi suscitano sgomento. Sedie inquisitorie, tanti banchi di stiramento e vergini di Norimberga, sarcofagi corredati all’interno di punte di ferro, per una lenta agonia del condannato che vi veniva rinchiuso.
A Torino, un museo della tortura si trova in un luogo emblematico: i sotterranei del Castello di Mazzè. Qui sono ospitati reperti provenienti dall’estero, in maggior parte dalla Spagna e da altre città d’Europa.
Milano ha il Museo della Pusterla incentrato sulle armi antiche, ma offre anche una panoramica dedicata alle punizioni corporali: gli schiaccia pollici ne sono un esaustivo esempio.
Questo genere di musei attrae non solo gli appassionati di storia e coloro che sono alla ricerca di emozioni forti e particolari, ma sono anche un utile strumento didattico. Molte scolaresche visitano i musei delle torture, ne studiano le didascalie e si immedesimano nella mentalità della gente del tempo.
Si potrebbe pensare che la visita ad uno dei musei di tortura d’Italia possa sconvolgere i soggetti più sensibili, ma purtroppo chiudere gli occhi sulla realtà trascorsa non aiuta a vedere e ad auspicare un futuro migliore.