Il MAXXI, museo nato da un concorso internazionale in due fasi, bandito dal Ministro per i Beni Culturali nel 1988, è un vero e proprio progetto architettonico, dedicato al polo nazionale per l’arte e l’architettura contemporanee.
Una proposta, quella di Zaha Hadid, che ha convinto la giuria in quanto capace di integrarsi nel tessuto urbano, mediante una straordinaria sequenza di spazi pubblici, per una soluzione architettonica innovativa. Un architetto anglo-irachena la cui personalità si è distinta così tanto da essere il museo una meta ambita.
Come visitarlo? Andando in Via Guido Reni, 4/A, a Roma. Il museo è aperto dal martedì al venerdì dalle ore 11.00 alle ore 19.00 e il sabato allo stesso orario fino alle ore 22.00 (n.d.r: la biglietteria chiude un’ora prima), mentre la domenica come i giorni feriali. Le opere principali da ammirare sono contenute nella Collezione Maxxi, per ben 30 lavori d’arte (dipinti, sculture, installazioni, video, fotografie) e 21 progetti di architettura (disegni, modelli, fotografie, documenti vari che raccontano la storia di ciascun progetto): dal grande arazzo di North Pole Map (2003) in cui grandi personaggi in cammino evocano il viaggio della vita, a Preparing the flute (2004 – 2005), che ripropone in scala la scenografia del Flauto Magico di Mozart con regia di Kentridge, presentato al Teatro dell’Opera di Bruxelles nello stesso anno, in una rilettura conciliativa di arte e teatro come strumenti di rigenerazione. Accanto ad essi, i carboncini di Flagellant (1996-1997) e Untitled (2001) presentano una riflessione sul corpo a cui Kentridge dedica molta attenzione, poiché diventa strumento di racconto per il tema della sofferenza e del disagio della condizione umana nei confronti del potere. Infine Cemetery with Cypresses, 1998, carboncino ispirato a “Il ritorno di Ulisse” di Claudio Monteverdi, ambienta il ritorno dell’eroe acheo in un ospedale di Johannesburg. Maxxi, un museo da visitare ed esempio d’architettura.