I misteri della Napoli sotterranea

Per scoprire la Napoli sotterranea una meta fondamentale è il Cimitero delle Fontanelle, per anni oggetto di devozione popolare.

Ogni città ha i suoi segreti. Quando si guarda alla città di Napoli, la sua storia e i suoi monumenti si raccontano da soli. Non è un caso che il centro storico della città sia stato riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Per conoscere al meglio Napoli, però, non basta guardare alla sola superficie. Infatti, la città ha da offrire molte sorprese anche guardando “in profondità”.

I tesori di Napoli sotterranea

I tesori di Napoli si trovano anche sottoterra. La città all’ombra del Vesuvio ha molto da offrire ai visitatori più curiosi.

Innanzitutto, per gli amanti dei misteri e delle attrazioni dal sapore suggestivo, ma anche macabro, una tappa essenziale è rappresentata dal Cimitero delle Fontanelle. Questo luogo ha una storia che si intreccia tra i fatti storici del 1800 e leggende molto vicine al “paganesimo”. Infatti, in questo cimitero si trovano le “capuzzelle”. Queste ultime sono i teschi dei cadaveri gettati dai napoletani nel 1800, quando il cimitero era considerato una fossa comune. All’epoca, si era diffusa una grave epidemia di colera. I decessi costrinsero la cittadinanza a disseppellire le tombe più antiche per dare spazio ai nuovi morti. I cadaveri senza nome furono gettati nella fossa.

Da allora fino al 1969 è stato mantenuto nella tradizione di Napoli il culto delle anime pezzentelle. Si trattava di una forma di devozione popolare che consisteva nell’adozione da parte dei fedeli di uno dei teschi del cimitero come una sorta di “nume tutelare”, a cui il cittadino portava doni e preghiere, persino un nome. Da questa forma di devozione sarebbero derivate fortune e un occhio di riguardo nei confronti del fedele e della sua famiglia.

Interruzione del culto

Sul culto delle capuzzelle la Chiesa ha imposto il suo divieto. Infatti, proprio nel 1969, l’allora cardinale Corrado Ursi fece chiudere il cimitero su decreto del Tribunale Ecclesiastico, bollando la devozione per le anime pezzentelle come un rito più vicino alle credenze pagane che a quelle cristiane. Nel 2010, il comune della città ha dato il suo benestare per la riapertura del cimitero. Oggi gli amanti del macabro o della storia della città possono visitare gratuitamente l’ossario sotterraneo e trovarsi a tu per tu con i teschi senza nome. Nonostante il divieto della Chiesa, capiterà lo stesso ai visitatori di incontrare qualche rosario abbandonato tra i teschi. Del resto il rivolgersi alle “capuzzelle” per un cittadino napoletano equivale a un’occasione per riflettere con se stessi. Quest’ultimo aspetto è stato ben evidenziato dall’autore Pino Imperatore all’interno dei suoi 2 romanzi dedicati alle peripezie della immaginaria famiglia Esposito. Nei racconti, il papà della casata partenopea affiliata ai giri della Camorra, Tonino Esposito si reca spesso al Cimitero delle Fontanelle per parlare con il Capitano, la capuzzella che il protagonista ha adottato per riflettere sui propri problemi personali di boss imbranato.

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