Un manto di neve nera copre, in questi regioni, la regione di Kuzbass, in Siberia. Si tratta di una neve potenzialmente tossica.
Siberia: neve nera
Uno strato di neve nera sta ricoprendo in questi giorni la regione sudoccidentale della Siberia, in particolar la zona di Kuzbass.
Il fenomeno è stato rinominato dai residenti “Neve dell’apocalisse“. Si tratta, infatti, di un evento molto particolare e legato, da quanto è emerso, alle attività industriali presenti nella zona.
La regione di Kuzbass, nella quale vivono oltre due milioni e mezzo di persone, ospita una delle più grandi miniere di carbone presenti al mondo. La miniera è una fonte certa di inquinamento e da anni i residenti si lamentano a causa dei rischi per la propria sicurezza e salute.
La neve caduta in questi giorni sembra essere stata inquinata dalle polveri di carbone provenienti dai pozzi aperti e dall’attività di alcune fabbriche. Il territorio più colpito sembra essere quello di Kemerovo, una città al centro del bacino carbonifero.
La neve caduta potrebbe essere potenzialmente tossica a causa della presenza di metalli pesanti, come mercurio e arsenico. Le autorità locali stanno, quindi, decidendo se intentare un’azione penale per inquinamento.
La neve nera sembra essere una costante degli ultimi inverni. Il particolato, sprigionato nell’aria dalle attività legate alla miniera, è presente tutto l’anno. Durante l’inverno, però, giunge al suolo precipitando assieme alla neve e, di conseguenza, inquinandola.
La Siberia è un territorio soggetto a fenomeni climatici estremi, ma tutto ciò sembra non avvenire solo in Russia. Nel 2019, infatti, in Kazakistan, nella regione di Temirtau, nota per l’estrazione di ferro, si è verificato lo stesso fenomeno.